Narcisista? Divorziare da ex che ti rende la vita difficile

Narcisismo

Narcisista?

Un EX partner con una struttura psicologica simile probabilmente ti darà del filo da torcere e potrai fare fatica a gestire le sue emozioni e i suoi comportamenti.

Questi tipi di personalità hanno molta difficoltà ad entrare in empatia con gli altri .

Difficile con loro avere relazioni sane soprattutto senza scatenare reazioni di rabbia, frustrazione e senso di colpa.

Per l’ex partner narcisista la separazione potrebbe diventare un gioco di controllo.

Monaipolazione e controllo sono le tecniche alla base del disperato tentativo di mantenere un’immagine di sé grandiosa.

Il narcisista vive in una sorta di caos auto-creato.

Per cercare di resistere al cambiamento dato dalla fine del suo matrimonio il narcisista pone in essere una serie di attività alla cui base c’è una fortissima paura di perdere la sua maschera.

IL BISOGNO DI CONTROLLO

Il narcisista non accetta la fine di una relazione sempre che non sia stata una sua scelta.

Quando viene lasciato sente il bisogno di svalutare l’altro per evitare il confronto con il fallimento e la disgregazione del suo ego

In questa situazione può utilizzare varie strategie nel tentativo di mantenere il controllo e il potere sull’ex partner

Manipolazione, ricatto emotivo, accuse, senso di colpa, imposizione della sua presenza sono tutte tecniche atte a creare confusione.

Il comportamento del narcisista può essere tradotto come una risposta emotiva immatura a una mancanza di controllo sul mondo esterno.

Quando non è in grado di affrontare forti emozioni di rabbia e frustrazione conseguneti alla separazione facilmente cercerà un bersaglio nelle persone ritiene essere la causa del suo malessere.

QUANDO IL NARCISISTA È UN GENITORE

Il genitore narcisista si considera migliore dell’altro.
E’ fermamente convinto di sapere cosa sia meglio per i propri figli e anche per l’ex partner.

Questa credenza lo porta quindi ad interferire in maniera pesante nella vita degli altri e potrebbe intralciare i tuoi progetti futuri.

Potrebbe decidere cosa è meglio per i vostri figli senza tenere in considerazione i loro desideri e le loro inclinazioni.

Infatti, una delle caratteristiche più comuni della personalità narcisistica è quella di vedere gli altri come un prolungamento di se stesso, attribuendo loro le sue stesse idee e i suoi stessi desideri.

Il genitore narcisista è altamente possessivo e non apprezza l’indipendenza dei propri figli, può anche provare invidia e gelosia verso di loro che li porta ad un atteggiamento di critica e svalutazione.

Un bambino che cresce con un genitore narcisista registra un messaggio che dice più o meno così: “ti amerò se seguirai tutti i miei desideri”. Crescendo, questi bambini, avranno l’idea che le esigenze emotive degli altri siamo più importanti delle loro fino a negare di avere bisogni e desideri propri e impiegheranno una grande quantità di energia nel tentativo di soddisfare i bisogni altrui.

COSA SI PUÒ FARE?

Ricordati che il senso di colpa non serve a nessuno e che i tuoi figli subiscono l’influenza di entrambi i genitori, non solo di uno.

Cerca di spiegare loro le cose con sincerità e aiutali ad orientarsi nel caos emotivo generato dal genitore narcisista; accetta e incoraggia la loro individualità, la loro indipendenza e le loro inclinazioni.

Inizia un lavoro su te stesso per capire i motivi che ti hanno fatto innamorare di un narcisista e accetta di avere una parte di responsabilità in ciò che ti sta accadendo.

Osserva gli schemi che mettete in atto il tuo ex narcisista e cerca di spezzarli per evitare di cadere nella manipolazione emotiva.

Chiedi aiuto se non sei ancora in grado di farcela da solo, certe situazioni richiedono una grande forza e una grande motivazione.

Ricorda anche che il narcisismo è una patologia e che sotto la maschera si nasconde un bambino fragile e impaurito, con un’autostima molto molto bassa e un grande bisogno di amore.

Dott.ssa Sarah Pederboni

Psicologa Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

www.psicoterapia-torino.com

Genitorialità Condivisa: 8 consigli per chi si separa

separazione cosa fare?

La genitorialità condivisa per essere sana e concretizzarsi in un affidamento condiviso reale deve essere stata ben progettata da entrambi i genitori i quali devono aver avuto modo di confrontarsi sulle problematiche reali della separazione e aver trovato il miglior accordo tra loro nell’interesse dei figli.

In particolare per andare incontro a una “rinascita” serena e evitare gravi ripercussioni sulla psiche, e a volte anche nel fisico dei nostri figli (si veda  Medicina 33 del 06.06.2017 ) gli esperti concordano circa la coesistenza di:

1 – Un buon progetto condiviso da entrambi i genitori:

Nella gran parte delle separazioni in Italia oggi si sente parlare di affidamento congiunto e spesso si è indotti a pensare che tale situazione sia il frutto di accordi non belligeranti presi con grande serenità tra ex e utili a favorire un progetto di sana bigenitorialità.

In realtà dietro a una “consensuale” sovente si nasconde la lunga trattativa fatta dai professionisti per evitare il peggio…

Stando così le cose, la capacità di pensare alla bigenitorialita viene spesso consacrata a mere esigenze pratiche atte a evitare una “giudiziale”. La successiva fase facilmente potrà essere causa di inutili sofferenze per il genitore più debole oltre che per i figli.

Ancora peggio nei casi di separazione giudiziale dove  la lite raggiunge alti livelli di aggressività e dove l’accordo finale inerente le regole da rispettare è dettato dal Giudice .

Un progetto genitoriale condiviso, la continuità psicofisica e la compresenza di entrambi i genitori sono fondamentali per tracciare la strada di una serenità futura. Il figlio deve essere in grado di sentirsi libero di dire “mi manca mamma” o “voglio chiamare papà”  e deve poterlo fare in qualsiasi momento!

a tal proposito si legga anche Comunicare senza litigare durante una separazione è possibile?

2 – la cooperazione intelligente tra ex

I genitori devono assicurarsi di essere sulla stessa lunghezza d’onda anche sul tema dell’istruzione. 

Sarebbe importante avere regole comuni o, quando queste non lo siano,  fare almeno in modo che le regole di mamma e di papà siano sempre molto chiare agli occhi dei loro figli.

Se le regole educative sono confermate da entrambi i genitori i risultati non tarderanno ad arrivare!

I genitori devono dimostrare grande intelligenza e condividere le informazioni.

Ideale ad esempio l’utilizzo di una piattaforma di gestione condivisa che permetta a entrambi di accedere a tutte le informazioni inerenti la vita  dei figli. 

Confrontatevi su scuola, incontri con gli insegnanti,  attività sportive e  amichetti ! i vostri figli vi ringrazieranno!

3 – La vicinanza geografica
La vicinanza è elemento di enorme valore per la riuscita del progetto!

Se vivete troppo lontani l’uno dall’altro sarà difficile per i vostri ragazzi seguire gli studi, frequentare i loro amichetti preferiti o semplicemente muoversi nel loro ambiente abituale. Inevitabilmente il vostro progetto di genitorialità condivisa finirà per naufragare

Fate di tutto per vivere vicini! Idealmente sarebbe perfetto lo stesso quartiere!

4 – Una stanza per i bambini

Se possibile regalate a vostro figlio la possibilità di avere di una stanza tutta sua in entrambe le case!

Se non si dispone dello spazio necessario sarà sufficiente  portare a casa i giochi che ama di più, pitturare con lui un’area di casa nella tonalità preferita o comunque ricreare assieme una zona di massimo confort.

I vostri ragazzzi torneranno sempre col sorriso a trovarvi ovunque viviate.

5 – L’attaccamento all’altro genitore

Regola fondamentale cui ogni genitore separato deve attenersi è quella di favorire gli incontri ed il rapporto con l’altro genitore.

Rispettate l’amore dei  figli per il loro padre o la loro madre anche se questi sono stati fonte di tanta sofferenza per voi…

Ne abbiamo già parlato; se ne volete sapere di più ecco il post: La bigenitorialità come funziona?

Per quanto concerne i tempi di frequentazione alcuni esperti consigliano di aspettare i 6 anni prima di intraprendere un percorso di affidamento con tempi condivisi al 50% anche se é sempre difficile generalizzare in quanto tutto dipende dal minore.

Di certo vi è che il bambino non deve essere separato dalla sua figura principale di attaccamento, padre o madre a seconda delle situazioni; se molto piccolo normalmente la figura primaria di attaccamento sarà la mamma.

6 – Flessibilità

Siate flessibili e sintonizzati sulle reali esigenze dei figli. Adattarsi alla situazione e alle loro richieste é sinonimo di grande equilibrio.

Voi siete gli adulti, non dimenticatevene mai! Al bando rigidità e rancore!

Siate disponibili a modulare il calendario in qualsiasi momento cercando con l’ex la soluzione più idonea al loro benessere.

7 – Ascoltiamoli!

Se sono abbastanza grandi da prendere le loro decisioni impariamo ad assecondarli.

Alcuni ragazzi preferiscono stare a casa di uno o dell’altro genitore con alternanza di 15 giorni; altri per un tempo minore; Intorno all’età di 9-10 anni alcuni giovanissimi hanno un maggiore bisogno della presenza paterna.

L’ascolto e il costastante confronto saranno di grande aiuto e favoriranno una crescita sana.

8 – Basta battaglie ideologiche

Avere la custodia di un figlio non dovrebbe mai essere considerato il punto di arrivo di una battaglia ideologica. Un sano affidamento congiunto prevede la compresenza di un padre e di una madre ma non è detto che tempi equipollenti corrispondeano sempre al vero interesse  dei figli!

Saranno loro a manifestarvi chiaramente la propria volontà a voi basterà ascoltare. Se necessario , fatevi da parte ...

In conclusione la genitorialità condivisa conviene a tutti e finalmente sono in molti oggi a pensarla cosi!

Sempre più mamme e papà sono oggi disposti a mettersi in gioco realmente tralasciando per quanto possibile  le discussioni e ponendo al centro il reale interesse dei figli di avere un padre e una madre presenti.

Quando mamma e papà si separano I il dolore dei figli

quando mamma e papà si separano

Mamma e papà si separano e l’evento ha un forte impatto su tutta la famiglia.

Anche se riguarda in prima battuta la coppia coniugale, la separazione ha inevitabilmente ricadute sull’intero sistema famigliare, in particolar modo sui figli i quali i si ritrovano a dover vivere la separazione.

Spesso i genitori mi chiedono se la separazione può causare conseguenze negative sui bambini.

In realtà, contrariamente a quello che si pensa, non è tanto il fatto che mamma e papà si separano a causare disagio e sofferenza a lungo termine quanto piuttosto tutto un corollario di comportamenti negativi che ne caratterizzano l’evento.

Ovviamente i bambini sperimentano sentimenti forti e contrastanti al momento della separazione. Queste emozioni, però, con il tempo, vengono elaborate.

La rabbia diminuisce, il senso di colpa tende a sfumare e le paure vengono meno.

I bambini, lentamente, metabolizzano la separazione di mamma e papà e comprendono che, anche se hanno deciso di lasciarsi, continueranno sempre  a fare i genitori. Il legame con loro, nonostante tutto, rimane immutato.

Le ricerche, invece, evidenziano dei dati interessanti. Le conseguenze negative dovute al fatto che mamma e papà si separano non sono legate all’evento in sé.

Sono situazioni collaterali che esacerbano sentimenti di rabbia, tristezza e senso di colpa a causare sofferenza nei bimbi, portandoli a sviluppare disagi più o meno complessi.

Soprattutto se molto intense e protratte nel tempo, queste situazioni rischiano di ostacolare l’elaborazione della separazione di mamma e papà.

In primis, ciò che causa sofferenza è il conflitto. Prima e dopo la separazione, ciò che fa più male ai bambini è vivere il conflitto tra i loro genitori.

Spesso, anche se si cerca di non litigare davanti ai bimbi, il clima ostile fatto di silenzi e di piccole e grandi ripicche viene respirato dai bambini. Per rispondere a questo clima fatto di rancore e odio, i piccoli spesso sviluppano comportamenti sintomatici, sia di tipo internalizzato che esternalizzato.

I bimbi, infatti, possono chiudersi in sé stessi, sviluppare sentimenti di angoscia e ansia. Altre volte, invece, possono manifestare comportamenti agitati e dirompenti.

Possono esserci regressioni, come ad esempio tornare a fare la pipì a letto. Molte volte, invece, possono presentarsi dolori fisici, come mal di pancia e mal di testa.

È importante ricordare che non sono solo le grandi litigate a far male ai bambini, ma anche i giochi subdoli di potere che mirano a distruggere il coniuge.

Nel conflitto, i bambini vengono spesso strumentalizzati. Vengono coinvolti nelle discussioni e tirati in mezzo per ferire l’altro genitore.

I bambini vengono, così, messi al centro del conflitto. I piccoli vengono usati come arma e come scudo, a seconda delle occasioni e difficilmente si tende a comunicare come si dovrebbe.

Temi come l’educazione, le spese e le incombenze quotidiane nella vita dei figli diventano occasione per farsi la guerra anziché un momento di  condivisione importante per loro, uniche vittime, di un combattimento  spesso senza esclusione di colpi

Alcune volte, non poi così rare, un genitore può addirittura ostacolare in tutti i modi l’altro genitore impedendogli, più o meno esplicitamente, di vedere il bambino. In questo caso l’altro genitore viene escluso dalla vita del figlio.

È importante stare attenti al fatto che le situazioni conflittuali NON si presentano esclusivamente a fronte di una separazione.

A volte, infatti, può capitare che la coppia non si separi, ma che le dinamiche presenti siano molto complesse. In questo caso, anche se la famiglia continua a vivere sotto lo stesso tetto, i bambini sperimentano una scissione, trovandosi in mezzo ad una vera e propria guerra.

Per facilitare la comunicazione tra genitori separati è nata la piattaforma 2houses.com. Interamente tradotta in italiano é disponibile una prova gratuita di 14gg a questo link

DOTT.SSA ANNABELL SARPATO
www.annabellsarpato.com

Quanto costa separarsi? consigli per una separazione serena dall’ex

quand l'un va mal dans une famille - 2houses

Quanto costa separarsi? consigli per una separazione serena dall’ex

Contenere i costi del divorzio può diventare un’impresa complicata.

Puoi otrai alcune regole per evitare di sperperare denaro durante il percorso.

Ecco cosa puoi fare:

1. Mantieni una mentalità “aperta”

L’errore più grande che si tende a commettere quando si incappa in una separazione o in un divorzio è quello di essere troppo rigidi e fermi sulle proprie posizioni e su come dovrebbe essere risolta la questione.

Troppo spesso capita di dare retta ai racconti di “altri”.

Ogni situazione è davvero unica! Diventa importante rimanere “aperti” e disponibili ” a considerare la TUA situazione come unica per arrivare a una soluzione senza scontri. Dimostrarsi ragionevole contribuirà a risparmiare denaro !

2. Lascia le tue emozioni alla porta!

Separazione e divorzio portano con loro un vortice di emozioni. Tristezza e depressione ma anche rabbia e euforia sono spesso i nuovi compagni di viaggio.

Sul finire del percorso, una volta elaborato il  cambiamento, dovresti iniziare a percepire una maggiore sensazione di tranquillità e di pace.

Può essere difficile arrivare velocemente a raggiungere una certa serenità soprattutto quando le ferite della relazione sono ancora fresche ecco perchè è importante rimanere distaccati emotivamente.

3. Non  sostenere inutili contenziosi

Dovrai farti carico di numerose incombenze e scadenze in questo periodo.

Prepara sempre con attenzione la documentazione legale che ti verrà richiesta e aiuta chi ti assiste nella redazione della pratica.

Nel corso di un divorzio è necessario fornire molti documenti per dare supporto al proprio legale. Il miglior modo per risparmiare tempo e denaro é quello di rispondere tempestivamente alle sue richieste senza appesantire il tutto con discussioni inutili con l’EX legate spesso a futili motivi.

4. Impegnati pienamente nel processo di mediazione

La mediazione familiare così come la negoziazione assistita si presentano oggi come tra le migliori soluzioni disponibili nel nostro paese per risparmiare denaro.

La mediazione famigliare e in gran parte anche la negoziazione assistita sono strumenti che offrono alle parti l’opportunità di risolvere il caso al di fuori del Tribunale in un contesto più informale in cui avrai maggiore libertà di optare per soluzioni creative maggiormente idonee alle tue necessità.

Entra con fiducia nelle dinamiche di mediazione e negoziazione per giungere a soluzioni pratiche soddisfacenti.

Ci sono in circolazione molteplici strumenti digitali che possono aiutare una comunicazione fluida in questa fase.

2houses è uno di questi !

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5. Scegli l’avvocato “giusto”

La scelta del legale è fondamentale!

E’ importante informasi e fare uno screening sulla sua esperienza.

Se puoi parla con chi i si è già rivolto lui e cerca di capire come gestisce le  pratiche e supporta i clienti.

Potrai inoltre verificare la sua reputazione on line e seguire eventuali blog dove il professionista interviene.

Un professionista estremamente litigioso o aggressivo potrebbe non rivelarsi la scelta migliore in quanto il clima di conflittualità tenderà ad aumentare.

Il nostro consiglio è quello di scegliere una persona a cui piaccia negoziare e risolvere il maggior numero di questioni in maniera extragiudiziale.

Ricorda: più problemi saranno discussi in Tribunale più costose saranno le spese legali !

Separazione: 5 idee per ricominciare da se stessi!

divorzio 5 idee per ricominciare

Il periodo che segue una separazione è spesso molto complicato: è il momento di sistemare i vari ambiti della propria vita e di riadattare se stessi alle nuove necessità. Infatti, mentre in una prima fase ci si trova ad affrontare gli aspetti pratici e burocratici che tengono occupata la mente e riempiono il tempo, in una seconda fase si crea lo spazio per far emergere le emozioni rimaste inespresse. E’ in questo momento che si fanno i conti con l’elaborazione del lutto relativo al temporaneo fallimento dei nostri sogni e della nostra idea di famiglia e di futuro.

Quando ci sposiamo, la nostra mente costruisce un’immagine del futuro desiderato, ad esempio quella di una famiglia felice in una casa grande e accogliente, a ricevere amici e a superare insieme tutte le difficoltà della vita. Con la separazione, vanno in frantumi questi sogni ed emergono, dunque, emozioni e pensieri spesso sgradevoli legati al senso di colpa, al fallimento e all’idea di non poter più realizzare i nostri desideri.

Sappiamo, in realtà, che non è così e che i nostri sogni si possono realizzare comunque.

L’aspetto chiave è quello di non perdersi nei pensieri irrazionali e di evitare il “sequestro emotivo” da parte dei sentimenti negativi, allenandosi a riprogrammare la nostra mente mediante strategie ed esercizi specifici.

Vi proponiamo 5 idee per ricominciare positivamente con la vostra vita!

  • Al centro della mia vita ci sono io!

Prendersi un po’ di tempo per sé è un ottimo punto di partenza ed è irrazionale pensare che dedicarsi a se stessi voglia dire essere egoisti, anche quando ci sono i figli. Infatti, un genitore felice è un genitore migliore: è più consapevole e non trasmette, anche involontariamente, le emozioni negative, ma è in grado di creare un clima di serenità condivisa.

Ci sono vari modi per prendersi cura di sé che vanno dall’iniziare a modificare lo stile di pensiero, fino a concedersi del tempo per un percorso psicoterapeutico, o andare in palestra, dedicarsi agli amici o fare un viaggio, tutto finalizzato ad elaborare ciò che non ha funzionato.

  • Sostituisci i “devo” con i “voglio”

Modificare il linguaggio è il primo passo verso il cambiamento personale.

L’imporsi dei “doveri” genera una serie di conseguenze negative per la propria parte emozionale perché ci si sente costretti a fare cose che in realtà non sono obbligate. Chiedersi, prima di tutto, che cosa si vuole fare e sostituire i “devo” con i “voglio” è un’ottima strategia per comprendere i nostri reali desideri e non farsi condizionare da quelli degli altri.

Un ultimo suggerimento è di cercare il più possibile di usare parole positive quando ci rivolgiamo a noi stessi.

  • Allenati al pensiero positivo

Allenarsi a vedere il bicchiere mezzo pieno è un buon esercizio per creare nuovi schemi funzionali di pensiero. Che ci crediate o no, si può imparare ad essere felici!

Ma come possiamo fare?

Iniziare in modo semplice: comprate un bel quaderno o fabbricatene uno, sarà il vostro “Quaderno della positività”. Ogni sera, annotate almeno tre cose che vi hanno colpito durante la giornata per la loro bellezza o per aver generato in voi emozioni positive. Cercate tra i dettagli come un piccolo fiore, una frase di uno sconosciuto, un sorriso, un bel colore. Quando vi verrà spontaneo trovare il bello nel mondo, potete andare oltre e aggiungere almeno tre cose della giornata per cui essere grati come un caffè offerto dal collega, una buona notizia, il fatto che avete un lavoro, ecc.

Può capitare, ovviamente, che arrivi un pensiero negativo: in questo caso, prendetene atto e cercate di spostare l’attenzione su un pensiero o un ricordo che vi rende felici. Con un po’ di allenamento, la vostra vita diventerà sicuramente un po’ più bella!

  • Apriti a nuove conoscenze

Dopo una separazione c’è il rischio di doversi trovare a ricostruire la propria rete sociale e questo, a volte, spaventa o demoralizza. In realtà, ampliare la propria rete di conoscenze, permette di avere un supporto più ampio e concreto in caso di necessità e di sentirsi meno soli. Inoltre, un’altra componente molto importante dell’aprirsi a nuove conoscenze è la possibilità di mettersi in gioco senza troppi pensieri rivolti ai possibili coinvolgimenti futuri, ma esercitandosi a vivere e a godersi il momento presente.

 Elabora un piano per il futuro

Ricominciare a pianificare il proprio futuro significa che stiamo andando avanti e ci stiamo impegnando per ricostruire la nostra vita fatta di nuovi sogni e nuovi desideri.

Potrebbe essere utile fare una lista di obiettivi a breve, medio e lungo termine, concentrarsi sul presente e passare all’azione!

dott.ssa Sarah Pederboni

dott.ssa Alessandra De Sanctis

Psicologia Benessere Torino

Corso F. Ferrucci 101

10138 Torino

www.psicologiabenessere.it

info@psicologiabenessere.it

Tel. 3914386860

Come aiutare chi si separa? Consigli per l’uso

aiuto divorzio

Come possiamo aiutare un amico che si sta separando?

Quando un amico si trova a dover affrontare una separazione può capitare di non sapere come comportarsi e quali parole usare per fargli sentire il nostro supporto.

Ogni separazione è diversa e viene vissuta in modo unico dai protagonisti, ma possiamo seguire alcuni piccoli accorgimenti per stare vicino alla persona che sta attraversando un periodo difficile, se non di vera e propria sofferenza.

Prova a metterti nei suoi panni

Se non sai cosa dire o come comportarti, prova a immedesimarti nel tuo amico. Di cosa avresti bisogno nella sua situazione? Entra in empatia con lui.

Cerca di evitare giudizi sull’ex partner o commenti inutili su ciò che è già accaduto, il passato non si può cambiare e farà solo soffrire di più la persona che stai cercando di aiutare.

Frasi come “ho sempre pensato che la tua ex fosse un’opportunista” oppure “si capiva che non ti amava!”, possono solo peggiorare la situazione facendo sentire il tuo amico uno stupido per non aver capito prima ciò che tutti già vedevano.

La maggior parte delle persone arriva alla decisione di separarsi in seguito a periodi, anche lunghi, di continue liti e rivendicazioni e non ha bisogno di sentire commenti negativi da parte degli amici; questi giudizi sono utili soltanto a riaffermare il senso di fallimento e di perdita che la persona coinvolta potrebbe sperimentare.

È molto importante cercare di rimanere in sintonia con il proprio amico e rispondere con empatia alle sue domande, cercando di immedesimarsi al massimo nella sua esperienza.

Inutile cercare di “risolvere” il suo problema, è molto più utile mettersi in ascolto e offrire supporto senza giudicare. Molto spesso, quello che ci viene richiesto è soltanto una vicinanza emotiva.

Offri il tuo aiuto

Quando ci sentiamo inadeguati a rispondere alle richieste di aiuto e non sappiamo che parole usare, poniamo una semplice domanda che ci aiuterà in maniera inimmaginabile: “cosa posso fare per te?”.

Chiedi al tuo amico come puoi migliorare la sua situazione, chiedigli di che cosa ha bisogno e fai del tuo meglio per aiutarlo ad ottenerlo. Alcune persone vogliono solo essere ascoltate e sfogarsi, altre hanno bisogno di uscire e distrarsi per qualche ora senza pensare alla separazione.

Poni questa domanda al tuo amico più volte nel tempo perchè i suoi bisogni probabilmente cambieranno e tu sarai sempre pronto a sostenerlo!

Tieni presente il tuo ruolo

Se non sei un avvocato, cerca di non dare consigli legali: potresti sbagliare e confondere ulteriormente le idee alla persona che stai cercando di aiutare. Quello che puoi fare è consigliare al tuo amico un buon legale che possa aiutarlo adeguatamente.

Non trasformarti nemmeno in uno psicologo se non hai le giuste competenze, ma cerca di fare solo quello che ci si aspetta da te: l’amico.

Rispetta i confini

Quando vuoi bene a una persona è facile avere la tentazione di prendere le sue difese cercando di screditare l’ex o trasformandosi in detective per scovare prove della sua negligenza. Cerca di non invadere i suoi spazi perché il tuo amico potrebbe sentirsi a disagio per non aver ancora elaborato una separazione psicologica dall’ex.

La separazione è un processo che può essere molto doloroso e la maggior parte delle persone desidera mantenerne i dettagli privati, specialmente quando ci sono bambini coinvolti. Se il tuo amico condivide dettagli sensibili, impegnati a rispettare la sua fiducia e a mantenere la sua privacy.

Cerca di essere paziente

Le separazioni possono richiedere molto tempo per essere elaborate ed accettate anche a livello psicologico. Cerca di essere comprensivo se vedi che il tuo amico fa fatica ad andare avanti, ogni persona ha i suoi tempi per elaborare il distacco.

Teniamo presente che la separazione non riguarda unicamente l’ex partner, ma anche l’idea che ci si era fatti del proprio futuro, dei propri piani e delle proprie certezze.

Includilo nella tua vita sociale

Spesso le persone separate si trovano a dover gestire le amicizie che avevano in comune con l’ex partner. Alcuni amici scompaiono perché si schierano, per imbarazzo o perché scoprono di non avere niente in comune oltre all’ex partner. Questo cambiamento nell’ambito relazionale può portare il vostro amico a trovarsi da solo, procurandogli una maggiore sofferenza.

Cerca di includerlo nella tua vita sociale, presentagli i tuoi amici, invitalo ad uscire più spesso; in questo modo lo aiuterai a non cadere in una spirale di negatività che potrebbe portarlo a chiudersi verso il mondo esterno. Sentire di avere una rete sociale di supporto è fondamentale per poter andare avanti dopo un momento difficile.

In conclusione..

Non esiste la ricetta per sostenere un amico che sta attraversando una separazione, le emozioni e il processo di guarigione sono intimi e personali, ma la tua vicinanza sarà un ingrediente basilare per aiutarlo ad affrontare il cambiamento e ad andare avanti nella vita con serenità.

Dott.ssa Sarah Pederboni
Psicologa Psicoterapeuta – Terapeuta EMDR

La piattaforma digitale in soccorso di genitori separati e divorziati: un nuovo inizio per l’Italia ?

blended families and step-parenting - 2houses

La cultura bigenitoriale stenta a farsi strada nella nostra nazione così come stenta ad attecchire l’uso di una piattaforma digitale in soccorso di genitori separati e divorziati . 

Complici una normativa inadeguata e un’opinione pubblica che solo ora sta prendendo coscienza di quale sia la reale situazione in Italia in tema di separazione e divorzio.

In Canada, USA, Belgio e nelle altre nazioni dove sono attivi e fruibili istituti di A.D.R.,  i contratti prematrimoniali e, dove il coparenting è al centro del diritto di di famiglia, migliaia di famiglie hanno già usato almeno una volta questi strumenti  che sempre più spesso grazie al digitale mirano alla valorizzazione delle relazioni parentali tant’è che già si parla di FamTech .

Mentre in Italia sono ormai evidenti gli effetti di un economia del divorzio che sta lentamente devastando intere generazioni

i tribunali di Canada e Usa caldeggiano l’utilizzo di una qualche piattaforma digitale per favorire le comunicazioni tra ex a sostegno di una diffusa cultura bigenitoriale.

Era il 4 Gennaio 2016 quando le principali testate italiane riportavano con un certo clamore la notizia inerente l’arrivo della versione italiana di 2houses.com:

App e sito web nati per migliorare l’organizzazione e la vita delle famiglie con genitori separati.

Ricordo con piacere le giornate frenetiche che hanno preceduto l’immissione on line  del sito web e dell’App che  si è arrivati a rendere disponibile grazie alla collaborazione di un gruppo di amiche e amici che da sempre supportano il progetto con attività di volontariato.

Era chiaro sin dal principio quanto la strada fosse in salita nonostante la nobile mission :

sostenere la divulgazione di una cultura bigenitoriale ampia che, grazie a comportamenti attivi da parte di ambedue i genitori , fosse in grado di favorire l’interscambio di informazioni e la condivisione di notizie, pensieri e immagini dei propri figli con beneficio nello sviluppo psicofisico della prole”.

La piattaforma si proponeva come un nuovo strumento di bigenitorialità troppo innovativo per un paese dove la cultura bigenitoriale era agli albori e pertanto venne “liquidato” velocemente con una certa superficialità dagli addetti ai lavori.

Arrivarono le critiche da ogni fronte: tutti in coro si domandavano come potesse un’ App sostituirsi al dialogo tra due genitori che, nonostante i fanciulli, mal si sopportano e dimenticano di pensare al loro benessere.

Specialmente nei casi di separazione giudiziale dove vecchi rancori mai sopiti si rappresentano sotto forma di pretese, ingiustizie e ripicche pareva impossibile trovare spazio concreto per una piattaforma innovativa tra l’altro già molto diffusa nel resto del mondo.

Noi decidemmo di andare avanti e di credere nel progetto anche perché ben sapevamo che non era l’App a essere fallimentare ma bensì che la normativa in tema di separazioni e affidi fosse da rivedere e mal rispondesse alle esigenze sociali della nazione.

Balzo’ subito agli occhi l’inapplicazione concreta di una Legge, la n. 54 del 2006

Tale legge, sebbene sancisca il diritto del minore a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori,  nella realtà dei Tribunali trasforma un procedimento di separazione in un affido che, di condiviso, ha davvero poco.

In Italia ogni anno ci sono più di 80.000 divorzi e 90.000 separazioni e solo l’1% di questi vede coinvolti i figli in un affido materialmente condiviso!

L’ ostacolo allo sviluppo della piattaforma era ormai evidente; arrivava proprio dalla mancata applicazione della normativa e da norme che non tenevano in dovuto conto il nuovo indirizzo giurisprudenziale e culturale in tema di co-parenting.

Una nazione, quella in cui viviamo, che nonostante la ratifica della legge  27 maggio 1991, n.176 inerente la Convenzione sui diritti del fanciullo  è stata più volte condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per inapplicazione del diritto alla bigenitorialità.

Nazione, l’Italia, che rimane fanalino di coda del mondo industrializzato per quanto riguarda questo tema.

Mentre da un lato la L 54/2006 prevede all’art. 115 che:

“il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori”

nella realtà del quotidiano tutti noi assistiamo al continuo omologarsi di separazioni consensuali che individuano un genitore collocatario e un secondo genitore“a intermittenza” che potrà offrire ai suoi figli, se fortunato, una frequentazione fatta di week-end alterni e di qualche ora di visita infrasettimanale.

Se poi si entra nel merito delle separazioni giudiziali troppo spesso sono i fanciulli a pagare il costo di un sistema che condiziona il diritto alla bigenitorialità e li usa come ostaggi per assecondare interessi di potenti lobby che, col sistema “divorzificio” hanno fatto la loro fortuna.

Alcuni genitori, davvero pochi a dire la verità, illuminati e consapevoli dell’esistenza di norme quantomeno inapplicate, tendono in maniera costruttiva a farsi aiutare da un mediatore o da uno psicoterapeuta riuscendo così a mettere al centro l’interesse della prole e lasciando da parte inutili rivendicazioni e rabbia.

A loro va il plauso di testimonianza in quanto è proprio grazie a pochi “illuminati”, in grado di uscire da schemi precostituiti o imposti dal sistema, che lentamente si sono accesi i riflettori sul tema della bigenitorialità permettendo così l’apertura verso una nuova strada.

Purtroppo, nostante tutto, gli strumenti di cogenitorialità, anche digitale, di pari passo con quelli normativi, stentano ad entrare nell’uso quotidiano il che non fa altro che evidenziare quanto sia ancora necessario aprire al cambiamento.

Che il cambiamento sia in atto lo dimostrano alcune pronunce di Cassazione le quali in maniera innovativa abbandonano il principio della maternal preference  per favorire quello del gender neutral child custody, che si basa sulla neutralità del genitore affidatario, che puo’ ora essere sia il padre, sia la madre, in base al solo preminente interesse del minore.

Nelle nazioni evolute che hanno una cultura di bigenitorialità profonda e rispettosa dei fanciulli si assiste a una continua valorizzazione del principio di piena bigenitorialità e di pari passo si possono trovare molteplici studi scientifici che dimostrano come i figli di genitori separati che passano almeno il 35% del tempo con ciascuno di essi godranno di una vita migliore rispetto a a quelli che non potranno farlo. In particolare :

  • – Avranno migliori relazioni sia con la madre che con il padre;
  • – Andranno meglio a scuola e prenderanno voti migliori;
  • – Godranno di una migliore salute psicologica e saranno socialmente inseriti;
    – Saranno meno propensi a fumare, drogarsi e bere;
  • – Saranno meno propensi a soffrire di depressione, ansia e altri problemi legati allo stress.

Finalmente assistiamo in queste ore a una vera e propria rivoluzione basata sul criterio di “gender neutral child custody” .

Naturalmente, laddove tale criterio trova applicazione si assiste parallelamente a una diffusione nell’utilizzo di piattaforme di c.d. mediazione digitale e, cosa ben più importante, il perdurare di rapporti sereni tra famiglie di genitori separati, ivi compresi i tanto mistrattati nonni spesso vittime di alienazione .

Belgio, Svezia,  Canada e Usa sono le nazioni dove la cultura bigenitoriale è nata per prima e dove oggi ha messo le sue radici;  è proprio in questi paesi che strumenti come 2houses.com vengono indicati dalle Courts come piattaforme utili allo sviluppo di un dialogo costruttivo tra genitori atto a favorire la serenità psicofisica del minore.

Anche da noi non mancano i segnali di una “virata” in favore del criterio della neutralitàE’ recente la Sentenza 2945 del 2/11/2018 presso il Tribunale di Firenze  dove il Giudice si pronuncia chiaramente per:

a) un affidamento condiviso del minore a entrambi i genitori;

b) il mantenimento diretto da parte di entrambi i genitori;

c) un obbligo di contribuzione in pari misura delle spese straordinarie;

Altre sentenze simili sono già state emesse presso vari Tribunali forse anche alla luce dei riflettori puntati sul DDL 735 ,norma tanto discussa, attualmente all’analisi del Senato per la discussione.

Senza entrare troppo nel merito del testo sopra citato ci piace pensare che la cultura bigenitoriale stia lentamente divenendo un valore condiviso anche perchè l‘esigenza di questa nazione è reale e tangibile così come lo è la sofferenza delle tante famiglie che ogni giorno toccano con mano il problema.

Noi temiamo che la sopportazione delle persone sia ormai arrivata al limite e che la richiesta di giustizia che giunge da più parti potrà essere soddisfatta solo rivedendo nel suo insieme la normativa in tema di affidi così come le norme che regolano le attività dei Servizi Sociali e delle strutture a supporto delle Famiglie

L’augurio che possiamo farci per questo 2019 appena iniziato è che si arrivi presto a parlare anche in Italia di bigenitorialità in maniera seria e concreta a prescindere dai colori politici e dalle risse da stadio che ogni importate riforma si trascina dietro.

Solo con una riforma condivisa e realizzata nel vero interesse del minore e delle famiglie anche le piattaforme digitali come la nostra potranno finalmente esprimere il proprio reale supporto alla cultura bigenitoriale.

Alfonso Negri

2houses.com