Comunicare senza litigare durante una separazione è possibile?

Ci stiamo separando. Il dialogo non esiste più. Abbiamo bisogno di un aiuto. Come comunicare e entrare in contatto con l’altro senza litigare? Come abbassare il tono del conflitto?
Come trovare accordi duraturi e condivisi?

Queste sono alcune delle domande che affliggono i genitori in procinto di separarsi. Infatti proprio quando comunicare diventa necessario, quando diventa fondamentale per gestire al meglio i cambiamenti, i genitori faticano a trovare una comunicazione appena sufficiente.

Perché se quando si sta insieme ci si divide senza regole e senza troppi problemi per svolgere il naturale compito di “gestire” i figli, quando invece si è separati occorre pianificare esattamente i ruoli e i compiti.

Quando una coppia decide di separarsi nella stragrande maggioranza dei casi azzera la comunicazione: scatta il rancore, la voglia di prevaricare sull’altro, che viene spesso visto come nemico.

L’unica gratificazione sembra quella di essere il “vero” vincitore rispetto all’altro, utilizzando e/o strumentalizzando nei casi più disperati i figli, dimenticando così il ruolo genitoriale.

La Mediazione Familiare in questo può essere una valida scelta.

Un percorso di Mediazione Familiare (8/10 incontri di un’ora) aiuta infatti a risolvere situazioni complesse; a confrontare i diversi punti di vista per cercare una soluzione alternativa al conflitto; accompagna la coppia nella delicata fase della separazione, tenendo conto dei propri bisogni ma soprattutto dei bisogni dei figli.

Chi è in procinto di separarsi ha bisogno di fare chiarezza, di essere ascoltato, di dar voce al proprio dolore, di esprimere la rabbia, le paure, i desideri e le proprie aspettative.

C’è bisogno di capire che cosa accadrà dopo e come comportarsi con i bambini.

La Mediazione Familiare dunque, è un percorso d’aiuto alla famiglia prima, durante e dopo la separazione.

Con l’aiuto del Mediatore Familiare i genitori lavorano per ristabilire la comunicazione, in un contesto strutturato e protetto, al fine di fronteggiare al meglio le riorganizzazioni rese necessarie dalla separazione, raggiungendo accordi duraturi su tutte le decisioni importanti, che riguardano non solo la relazione genitoriale, ma anche aspetti più prettamente materiali ed economici.

I temi trattati sono in linea orientativa: l’affidamento e l’educazione dei figli, i tempi e le modalità di frequentazione con l’altro genitore e con i nonni, la gestione del tempo libero, l’assegnazione della casa coniugale, l’assegno di mantenimento e la divisione dei beni.

Il Mediatore Familiare è un professionista che svolge un ruolo neutro in un contesto altrettanto neutro; invita i coniugi alla collaborazione ed offre loro un luogo e uno spazio in cui possono esprimere, attraverso il dialogo, i loro bisogni e le loro aspettative. I genitori prendendo così coscienza dell’importanza del coinvolgimento di entrambi come rispetto al benessere dei figli.

Nell’ottica di favorire la “buona comunicazione” sono molti attualmente gli strumenti digitali disponibili on line e utili allo scopo di supportare una Mediazione Famigliare.

In particolare un calendario condiviso, un social network famigliare a e una banca dati sempre attiva e disponibile 24 ore su 24 possono essere di estremo aiuto ad una comunicazione “mirata”. Oggi tali strumenti sono rinvenibili egevolmente nella piattaforma di 2houses.com. Il sistema tra l’altro, con l’autorizzazione di entrambi i genitori, permette al mediatore di analizzare le dinamiche di rapporto che intercorrono tra gli ex coniugi nella gestione dei figli e nell’organizzazione delle attività quotidiane offrendo così al professionista la possibilità di proporre delle soluzioni a eventuali incomprensioni o conflitti.

Quando iniziare un percorso di Mediazione?
E’ possibile intraprendere un percorso di Mediazione Familiare in qualsiasi momento. Chi lo fa subito, ancor prima di aver comunicato la decisione ai figli e chi invece arriva in mediazione dopo anni dal divorzio, semplicemente perché gli accordi imposti dai giudici faticano ad essere mantenuti.

La Mediazione Familiare non è terapia di coppia, si lavora invece, sulla comunicazione e sui bisogni di tutti i componenti della famiglia. anche per questo lo strumento di comunicazione “neutrale” e digitale offerto da 2houses.com si presenta come qualcosa di innovativo e utile alla valorizzazione della bigenitorialità.

Dopo tutto, due persone, soprattutto se hanno dei figli e/o interessi comuni, dovranno rimanere comunque legati, importante quindi mantenere rapporti pacifici e collaborativi per una vita più serena!

Dott.ssa Silvia Erbacci
FB: La Stanza delle Parole
Mediatrice Familiare AIMEF

Bigenitorialità: questa sconosciuta! pensieri di una mamma

Mi ricordo quando mi hanno chiesto cosa pensassi della bigenitorialità, la prima volta. Mi ricordo che ho alzato un sopracciglio, stupita, anche un po annoiata.

Non sapevo si chiamasse così la possibilità di amare, seguire attivamente e nel modo piu efficace e presente possibile la vita dei figli da entrambe le figure genitoriali.

Per me è una cosa ovvia, auspicabile e doverosa.

Per tutti…per i figli, in primis.

Per garantirgli la possibilita’ di godere e “subire” i genitori per il maggior tempo possibile. Perché, anche se tendiamo a non ricordarcelo abbiamo una grande responsabilità nell’educare quelli che saranno gli “uomini e le donne” di domani.

Quindi sorridevo, pensando che fosse una precisazione ovvia.

Mi sono dovuta ricredere.

Non è cosi ovvia.

Come tutte le cose che dovrebbero essere “ovvie” sono spesso oggetto di strumentalizzazione e oggetto di ripicca e di rivalsa nei confronti dell’altra parte.

Ci sono padri e madri che cercano di annientare l’altra figura genitoriale, chiedendo affidi esclusivi, impedendo le visite , scappando in altre città, solo per una propria rivalsa personale, perché pieni di livore e di frustazione.

I perché possono essere tanti: perché di quella persona si vuole il male, perché ci ha ferito, tradito , umiliato.

Perché si è rifatta una vita e questo invece a noi manca.

Perché ci scoccia da morire dare dei soldi a chi si reputa immeritevole di ricevere una parte di ciò che si guadagna a fatica.

Perché bisogna abbandonare l’idea che i soldi li tenga l’ex, ci faccia le crociere o si compri le borserte firmate …in realtà quei soldi servono per permettere ai figli una vita più dignitosa.

E allora da donna, da madre, mi sento di dire questo: non confondiamo quella che è la bigenitorialita, il diritto e il dovere di crescere i figli con amorevole presenza, coinvolgendoli nella nostra vita e sentendoci partecipi nella loro, con altro.

I figli non saranno felici se li strappi dal loro contesto dal quali sono sereni e accuditi per qualche centinaio di euro o per ripicca, per comodità o per frustazione.

Loro pagheranno per tutto questo; soprattutto quelli piu fragili, quelli a cui non vengono date risposte.

Anche perché non sempre si può.

Ma tutto questo non lo dico solo a voi…lo dico anche a me.

Per me che sarebbe troppo facile parlare male di un padre volutamente assente ma pieno di pretese; dal giudizio e dall’offesa facile consguenze di chiara frustazione.

Sarebbe troppo facile pensare che la bigenitorialita sia una gran buffonata, che poi chi si “smazza” i pargoli sono sempre gli stessi, che è un gran bel dire, ma che la realtà è ben altra cosa.

Troppo facile …ma non lo farò.

No, perché questo mi spinge a crederci ancora di più.

Cercate, cari papà, di essere quello che fanno la differenza.

Quelli che sanno che essere presenti nella quotidianità di un figlio; preoccupatevi di come si veste, se studia, accompagnatelo nelle attività sportive, alle feste di compleanno.

Bigenitorialità vuol anche dire svegliarsi di notte se fa la pipi’ a letto o se vomita, sorbirsi per una decina di volte  ( almeno) sempre lo stesso cartone animato che a lui/lei piace.

Non giudicate noi mamme se manifestiamo, anche noi, il desiderio di ritagliarci degli spazi, per vivere una vita sociale degna di essere vissuta

Non è semplice essere “ mamma a tempo pieno” da sole; non è sempre quella “ benedizione” che tutti ti professano e che tu vorresti scongiurare.

Bisogna capire che i figli vogliono presenze, anche se a volte le cacciano, che li indirizzino, che li ascoltino e non li giudichino.

E come si fa se non si perde occasione per criticare l’altro ed esporlo alla pubblica gogna?

Cercate di capire se è felice, se ha fiducia in se stesso e se si stima, cercate di esserci sempre!

Perché la loro serenità è il nostro risultato migliore e non è detto che non si possa raggiungere assieme, ognuno nell’assunzione delle proprie responsabilità e dei propri diritti.

I vostri figli vi ringraziernanno….

Separazione con Figli? Gengle.it può aiutarti !

Abbiamo intervistato la nostra amica Giuditta Pasotto, inventrice di GenGle.it e ci siamo presi la briga di farci spiegare da lei cos’è e come funziona il suo Social Network;  posto d’incontro unico nel suo genere che permette a noi, genitori separati o single di incontrarci e socializzare assieme ai nostri figli aiutando così a ri-costruire nella massima allegria e condivisione il tessuto sociale che sovente viene a disgregarsi dopo una separazione o divorzio

Abbiamo chiesto alla splendida Giuditta di voler dedicare due minuti del suo tempo per spiegare, a chi ancora non conosce, cos’è e come funziona:

 

Intanto perchè GenGle ?

GenGle è il primo social network dedicato ai Gen-itori Sin-gle per dare loro, e ai figli che lo accompagnano, l’opportunità di farsi una nuova cerchia di amici. Oggi giorno essere un Genitore Single è una circostanza comune, anzi molto diffusa.

Nella maggior parte dei casi un Genitore Single si trova in tale situazione a seguito di separazione o divorzio. Tuttavia, ad esempio, può essere Genitore Single anche il vedovo o la “ragazza madre”.

Nonostante la diffusione sociale di tale nuovo modello familiare, il Genitore Single è spesso escluso o emarginato ed ha maggiori difficoltà a conservare i propri rapporti sociali e/o ad instaurarne dei nuovi. Ciò si ripercuote inevitabilmente sul benessere dei figli, i quali avvertono il disagio di questa situazione e crescono sentendosi ingiustamente “diversi”.

Gengle è il social network che aiuta a superare queste difficoltà; iscriversi è semplice e veloce: l’unico requisito richiesto è quello di essere un genitore single.

Lo scopo che ci proponiamo non è quello di creare nuove coppie, ma una rete di amicizie per condividere il proprio tempo libero in compagnia dei propri figli, senza sentirsi isolati o svantaggiati dalla propria situazione…

“Mai più soli!!” è il motto di Gengle!!

Ci sono poi altri ascpetti aspetti meno noti; il sito di gengle.it è anche:

1)VACANZE E WEEK END: Pianificate delle vacanze o un week end in una città o al mare? Prima di cercare un albergo o un ostello provate a contattare i Gengle di quel posto potreste trovare qualcuno che vi ospita o semplicemente che vi possa aiutare nella ricerca dell’albergo e con cui poi condividere la vacanza!

2) BABY SITTER: Spesso capita di aver bisogno di una baby sitter ma non si sa dove andare a parare… il fatto di conoscere altri Gengle nella propria città può dar modo con il tempo di creare una nuova rete di amicizie e magari trovare o dei figli di Gengle grandi che possano assolvere a questo compito o delle persone che magari avendo i figli coetanei possano ospitare vostro/a figlio/a!

3) LAVORO: sul sito è attiva la sezione ‘JOBS’ dove sarà possibile per chiunque sia in cerca di lavoro scrivere una piccola presentazione… Non dobbiamo cercare troppo lontano quello di cui abbiamo bisogno a volte

4) MERCATINO DELLO SCAMBIO: la sezione del mercatino cerca & trovapermette di scambiare le cose che magari non usiamo più dei figli più grandi o quelle che vogliamo vendere dei figli più piccoli, l’idea è di fare un vero e proprio mercatino dello scambio on line, ma perchè no anche un’occasione per incontrarsi al momento dello scambio e conoscere nuovi Gengle!

5) CONSULENTI FAMIGLIARI, PSICOLOGI E AVVOCATI: il posto giusto dove trovare i migliori professionisti che da sempre si interessano  della Famiglia e delle vicende che girano intorno a questa!

6) CONVENZIONI: viviamo in anni di ristrettezze economiche e ancor di più queste ristrettezze sovente sono vissute in prima persona dai genitori separati. Su gengle.it potrete trovare moltissime convenzioni stipulate sovente dagli stessi Gengle. La solidarietà alla base!

Chi non fosse iscritto ancora al sito vi ricordiamo che E’ GRATUITO e che per la registrazione basta compilare il form che trovate qui: http://www.gengle.it/users/register

Padri Imperfetti, il libro.

Quanto ognuno di noi idealmente ambisce ad essere un #genitore “perfetto”?

La realtà, poi, fortunatamente, ci mette sempre di fronte alla nostra imperfezione, carattaristica inscindibile della natura umana...sia di Padre che di Madre;

Alessandro Curti con il suo libro #PadriImpefetti (edito dal gruppo C1V Edizioni); ha voluto rappresentare casi, anche estremi, di figli alle prese con la conflittualità genitoriale, perché fermamente convinto che il ruolo dei padri, così bistrattato in passato e così “ancora in formazione” in una nuova accezione al giorno d’oggi, e dei genitori in generale, necessiti di spazi di condivisione, di narrazione e spunti di riflessione e confronto che spingano a porsi nuove domande, nel tentativo di fare pace con la propria umana imperfezione e nella costruzione di una nuova immagine di genitore differente da quella identificata storicamente.

Noi di 2houses abbiamo deciso di supportare il libro in quanto lettura di sicuro valore e profondamente attuale condividendone qui alcuni passi;

Andrea, educatore, viene chiamato a intervenire per dipanare la complicata matassa di relazioni generazionali e di coppia che spesso entrano a far parte della vita di un genitore separato.

A volte i padri lottano, altre volte scappano, ma in ogni caso lasciano un segno indelebile nelle vite dei loro figli. E non solo loro. Durante la lettura stessa e alla fine, il libro offre molti spunti di riflessione che portano a chiedersi quali siano i ruoli, i diritti dei padri e delle madri, e quali siano i loro doveri nei confronti dei propri figli, quando un uomo può essere definito padre, se nel momento esatto in cui la sua creatura nasce o quando decide di crescerla o quando le rimane accanto anche nelle difficoltà e se un uomo che fugge di fronte al figlio è pur sempre un padre; qual è il vero significato della legge sulla bigenitorialità, che effetti ha il divorzio breve sui figli, come può essere gestita la bigenitorialità da un punto di vista educativo al di là delle questioni giuridiche, quali sono i reali compiti delle istituzioni che si occupano di tutela dei minori, qual è il vero ruolo educativo della scuola e dei suoi insegnanti e tanti altri…
Molteplici gli spunti tutti rivolti a fare una seria valutazione circa il ruolo della bigenitorialità e della qualità dei rapporti in famiglia; seguono alcuni passi del libro:
Filippo è il padre di Alice, ma non la può vedere come vorrebbe perché Martina non glielo permette. Ad ogni incontro c’è sempre una scusa, una malattia, un intoppo che gli impediscono di svolgere il suo compito. Anche Alice è contro suo padre e lo mette in difficoltà anche solo chiamandolo per nome. Sulle spalle di Filippo pesa soprattutto quell’estremo gesto fatto in passato, quando non riusciva a tr ovare una via d’uscita da una situazione che per lui era solo fonte di dolore. Ma Filippo ha davvero chiaro cosa significhi essere padre? Può riuscire, oltre alle rivendicazioni legali, a vivere completamente la sua paternità part-time evitando di trasfor marsi in un “padre da week end”?
Stefano è il padre di Niccolò e non riesce a comprendere perché Laura quella madre che li ha abbandonati voglia assolutamente avere un rapporto con suo figlio. Stefano si consacra completamente a suo figlio ma non riesce a soddisfare il bisogno di affetto che Niccolò prova perché ancora ingabbiato nel dolore di aver perso le due donne che più ha amato nella sua vita. Il ragazzo ,di suo,è combattuto tra la voglia di creare un rapporto con sua madre e la paura di tradire il padre e si trova, a sedici anni, a dover gestire in modo adulto le discussioni infantili tra i suoi genitori perdendosi così i suoi anni migliori. Ma un adolescente quanto può resistere prima di scoppiare?

Mattia vive con i nonni Anna e Luigi che si occupano di lui come di un figlio perché sua madre Daniela non ne ha le capacità e suo padre Antonio è scomparso non appena ha saputo che stava per avere un figlio. Mattia è in una fase delicata della sua vita perché si sta affacciando all’adolescenza e soffre della mancanzadi due genitori che riescano a frenare il suo scalpitare verso la vita. Affaticato da una situazione per cui non ha responsabilità, soffocato dall’affetto che gli ricorda costantemente ciò che gli manca, arrabbiato dal peso che crede di dover portare da solo alza il tiro nella speranza che qualcuno gli dia ciò che crede di averebisogno. Fino a che punto deve arrivare per far pace con la sua storia?

Filippo vorrebbe fare il padre ma non ne ha le possibilità. Stefano fa il padre a tempo pieno ma vive il giudizio di chi lo mette sotto pressione. Antonio sarebbe padre ma ha rinunciato al suo ruolo.

Alice, Niccolò e Mattia sono tre figli che vivono storie famigliari complesse e che subiscono le conseguenze di adulti che non sanno/vogliono/possono/riescono a prendersi cura di loro. Nelle vite di questi personaggi entra Andrea, non perché lo abbiano scelto ma perché qualcuno (un Tribunale) lo ha imposto infatti da educatore con il compito di tentare di ricucire le relazioni familiari;Le vite dei protagonisti si intrecciano con quella di Andrea in un continuo viaggio (fisico e metaforico) tra le esistenze degli altri, nelle loro case, nei loro viaggi, nelle loro fughe, nelle loro paure…
Il compito di Andrea è di cercare di sostenere gli adulti nel loro ruolo genitoriale, senza proporre ricette ma aiutandoli a scoprire, dentro di loro,limiti e risorse.
Comportarsi da adulto è il ruolo fondamentale del genitore e la condivisione ed il rispetto dell’altro, anche nel caso di una separazione, sono passaggi importanti nella conquista della maturità.