Può capitare che anche due genitori conviventi fatichino a comunicare.
Esperti professionisti ci insegnano come è possibile farlo come prerogativa perché la relazione rimanga viva.
Ma quando questa si rompe allora non ci si comunica più?
Se foste solamente degli adulti lascerei trovare a voi la risposta più appropriata ma se siete anche genitori, allora no, ciò non è accettabile, plausibile.
Ecco perché vorrei che sappiate che è possibile riattivare una comunicazione interrotta con l’intento di salvaguardare il benessere psicofisico dei figli riducendo la loro esposizione al conflitto.
Comunicare non come il puro “dire, far sapere” ma rendere partecipe l’altro per lo più di cose non materiali – pensieri, sentimenti, idee
La comunicazione porta con sé un bisogno di ascoltarsi ed ascoltare e questo richiede esercizio e fatica, che si può imparare approfondendo un percorso di coordinazione genitoriale.
Sarà più semplice grazie al metodo appreso prendere congiuntamente decisioni che riguardano i figli.
In situazioni di separazione e divorzio spesso comunicare può diventare molto difficile, a volte impossibile.
Sovente i co-genitori affermano di avere ogniuno le loro “buone motivazioni”
ma quello che spesso succede è che si perda il focus e cioè che, volontariamente o meno, i figli siano inevitabilmente esposti al fuoco incrociato delle parti.
L’assenza di comunicazione non vuol dire non essere in conflitto
Più volte mi è stato detto di voler delegare unicamente ai legali ogni passaggio di informazione, questo comportamento espone ugualmente i figli a pressioni incrociate.
Dopo quindici anni di lavoro svolti prevalentemente espletando mandati di valutazione per l’Autorità Minorile e Ordinaria, ho capito che non era più sufficiente, per me, aiutare i genitori altamente conflittuali utilizzando solo metodi conosciuti.
Motivo per cui che deciso di studiare e di continuare ad approfondire la coordinazione genitoriale
metodo per ora poco diffuso in Italia e talvolta erroneamente divulgato, e che può essere approfondito sul sito dell’Associazione Italiana Coordinatori Genitoriali associazione desiderata e voluta da me e altri colleghi per creare in Italia uno spazio di pensiero e azione.
La coordinazione genitoriale è un sistema di risoluzione alternativa delle controversie centrato sul minore.
È rivolta a genitori la cui perdurante elevata conflittualità costituisce un rischio evolutivo per i figli.
Essa prevede che un terzo imparziale, professionista, adeguatamente formato, aiuti i genitori altamente conflittuali a mettere in pratica la bigenitorialità attraverso l’implementazione e il mantenimento delle decisioni già assunte dall’Autorità Giudiziaria e di quelle che saranno prese all’interno del processo di Co.Ge.
Il Coordinatore Genitoriale, previo consenso dei genitori, potrà suggerire soluzioni, fornire raccomandazioni e, nei limiti del mandato ricevuto, assumere decisioni nell’interesse dei figli.
Com’è possibile davvero alimentare una sana comunicazione tra genitori separati/divorziati secondo questo metodo?
o ALTA CONFLITTUALITA’:
la coordinazione genitoriale non è adatta a tutti i genitori conflittuali
è compito del coordinatore genitoriale verificare l’appropriatezza del metodo per quella specifica coppia genitoriale in quanto formato e competente nell’analisi del conflitto.
Questa analisi si rivela necessaria anche perché orienterà le modalità e gli strumenti di comunicazione da mantenere lungo il percorso.
Sia durante gli incontri che in ogni altra forma di comunicazione dovrà essere sempre adeguata e non polemica, dovrà inoltre attenersi ai temi oggetto degli incontri.
“PARLARE UNO PER VOLTA, RIVOLGERSI ALL’ALTRO IN MANIERA RISPETTOSA, PARLARE DI SÈ E NON DELL’ALTRO.
Al terzo richiamo per il mancato rispetto delle regole l’incontro sarà sospeso
E la spesa addebitata al cliente che ha portato alla sospensione dello stesso” .
o TERZO IMPARZIALE:
il coordinatore genitoriale NON è NEUTRALE
A differenza del mediatore familiare avvalla pensieri, tesi, azioni che rispecchiano il reale interesse del minore.
o BIGENITORIALITA’:
la presenza equilibrata e continuativa di entrambi i genitori nella vita dei figli
Questa si costruisce nel rispetto dei bisogni specifici di ogni membro di quella famiglia e non su assunti teorici.
il piano genitoriale è lo strumento definitivo al quale i genitori arriveranno incontro dopo incontro, ogni qual volta riusciranno a giungere ad accordi sui temi precisi da loro definiti nel primo incontro es: scuola, visite mediche, introduzione nuovi partner, tempo extrascolastico, passaggio dei bambini, etc
o DECISIONI ASSUNTE DALL’AUTORITA’ GIUDIZIARIA:
affido, collocamento e regolamentazione sono gli aspetti strutturali presenti in una sentenza.
In coordinazione genitoriale non possono essere messi in discussione.
Compito del coordinatore genitoriale è renderli attuabili, monitorarne il rispetto e, solo con il consenso di entrambi i genitori implementarli.
In conclusione, è fondamentale che entrambi i genitori, deliberatamente, a seguito di indicazioni del proprio legale o di un altro professionista, decidano congiuntamente di comunicare la propria volontarietà a intraprendere il percorso.
Esclusi casi di violenza o di non vicinanza territoriale entrambi i genitori presenziano inizialmente una volta alla settimana presso il mio studio.
Si procederà grazie a un setting preciso e strutturato, con regole di comunicazione chiare e condivise sin dalla firma del contratto.
Tutti consapevoli che lo stile comunicativo usato dal coordinatore genitoriale è di tipo direttivo ed il contesto non è di natura valutativa.
L’obiettivo è uscire da ogni incontro con un verbale conciso che riporti l’accordo preso e le modalità di monitoraggio dello stesso da parte del coordinatore.
L’incontro ha una durata media di 1h e 30 minuti circa del quale viene redatto verbale che verrà inviato in copia inviato ai rispettivi legali.
La tecnologia può aiutare quando si è distanti ad esempio con le videoconferenze.
Ho indivudato poi per i genitori che non hanno strumenti di comunicazione funzionali l’app 2houses, quale strumento per facilitare la pianificazione e l’organizzazione del regime di visita, la gestione delle spese, le attività ma anche per archiviare documenti scolastici, medici e quanto necessario all’esercizio di una bigenitorialità.
Cosa fare se scopro che la coordinazione genitoriale non è il metodo appropriato per riattivare una comunicazione e garantire ai bambini una relazione sufficientemente buona con entrambi i genitori?
Con l’autorizzazione degli adulti riporto la situazione a un team multidisciplinare e integrato al fine di elaborare strategie di affronto agli ostacoli perchè sono convinta che per ogni situazione familiare è necessario saper individuare l’aiuto possibile specifico e mirato.
Dr.ssa Sabrina Ritorto www.unaiutopossibile.com www.6inequipe.it
Una risposta a “Co-genitori | La coordinazione genitoriale: un aiuto possibile”