Mamma e papà si separano: da dove arriva tutto questo dolore?

Mamma e papà si separano e l’evento ha un forte impatto su tutta la famiglia.

Anche se riguarda in prima battuta la coppia coniugale, la separazione ha inevitabilmente ricadute sull’intero sistema famigliare, in particolar modo sui figli i quali i si ritrovano a dover vivere la separazione.

Spesso i genitori mi chiedono se la separazione può causare conseguenze negative sui bambini.

In realtà, contrariamente a quello che si pensa, non è tanto il fatto che mamma e papà si separano a causare disagio e sofferenza a lungo termine quanto piuttosto tutto un corollario di comportamenti negativi che ne caratterizzano l’evento.

Ovviamente i bambini sperimentano sentimenti forti e contrastanti al momento della separazione. Queste emozioni, però, con il tempo, vengono elaborate.

La rabbia diminuisce, il senso di colpa tende a sfumare e le paure vengono meno.

I bambini, lentamente, metabolizzano la separazione di mamma e papà e comprendono che, anche se hanno deciso di lasciarsi, continueranno sempre  a fare i genitori. Il legame con loro, nonostante tutto, rimane immutato.

Le ricerche, invece, evidenziano dei dati interessanti. Le conseguenze negative dovute al fatto che mamma e papà si separano non sono legate all’evento in sé.

Sono situazioni collaterali che esacerbano sentimenti di rabbia, tristezza e senso di colpa a causare sofferenza nei bimbi, portandoli a sviluppare disagi più o meno complessi.

Soprattutto se molto intense e protratte nel tempo, queste situazioni rischiano di ostacolare l’elaborazione della separazione di mamma e papà.

In primis, ciò che causa sofferenza è il conflitto. Prima e dopo la separazione, ciò che fa più male ai bambini è vivere il conflitto tra i loro genitori.

Spesso, anche se si cerca di non litigare davanti ai bimbi, il clima ostile fatto di silenzi e di piccole e grandi ripicche viene respirato dai bambini. Per rispondere a questo clima fatto di rancore e odio, i piccoli spesso sviluppano comportamenti sintomatici, sia di tipo internalizzato che esternalizzato.

I bimbi, infatti, possono chiudersi in sé stessi, sviluppare sentimenti di angoscia e ansia. Altre volte, invece, possono manifestare comportamenti agitati e dirompenti.

Possono esserci regressioni, come ad esempio tornare a fare la pipì a letto. Molte volte, invece, possono presentarsi dolori fisici, come mal di pancia e mal di testa.

È importante ricordare che non sono solo le grandi litigate a far male ai bambini, ma anche i giochi subdoli di potere che mirano a distruggere il coniuge.

Nel conflitto, i bambini vengono spesso strumentalizzati. Vengono coinvolti nelle discussioni e tirati in mezzo per ferire l’altro genitore.

I bambini vengono, così, messi al centro del conflitto. I piccoli vengono usati come arma e come scudo, a seconda delle occasioni e difficilmente si tende a comunicare come si dovrebbe.

Temi come l’educazione, le spese e le incombenze quotidiane nella vita dei figli diventano occasione per farsi la guerra anziché un momento di  condivisione importante per loro, uniche vittime, di un combattimento  spesso senza esclusione di colpi

Alcune volte, non poi così rare, un genitore può addirittura ostacolare in tutti i modi l’altro genitore impedendogli, più o meno esplicitamente, di vedere il bambino. In questo caso l’altro genitore viene escluso dalla vita del figlio.

È importante stare attenti al fatto che le situazioni conflittuali NON si presentano esclusivamente a fronte di una separazione.

A volte, infatti, può capitare che la coppia non si separi, ma che le dinamiche presenti siano molto complesse. In questo caso, anche se la famiglia continua a vivere sotto lo stesso tetto, i bambini sperimentano una scissione, trovandosi in mezzo ad una vera e propria guerra.

DOTT.SSA ANNABELL SARPATO
www.annabellsarpato.com

Separazione e divorzio ai tempi del web. Cosa cambia?

Separazione e divorzio ai tempi del web sono oggetto di sempre  maggiore interesse da parte delle community digitali di pari passo con la crescente informatizzazione cui le relazioni interpersonali stanno andando incontro.

Chat, Social Network e App stanno cambiando il modo con il quale si comunica, si condivide, in buona sostanza ci si relaziona, anche in Famiglia.

I rapporti tra persone e le relazioni famigliari subiscono l’influsso della tecnologia e si guarda con maggiore insistenza verso piattaforme e strumenti digitali utili a valorizzare la qualità dei legami.

2houses.com crede profondamente nella rivoluzione in corso e già nel 2015 sceglie di tradurre app e sito, forte anche dell’esperienza di Usa e Canada.

A distanza di quasi 2 anni la nostra convinzione ne esce rafforzata perché nel frattempo sono numerosi a offrire sul web servizi per genitori separati nonostante il cambiamento culturale e normativo stenti ad evolversi con la stessa velocità di quanto accade alla società.

Separazione e divorzio sono temi hot sul web: si passa dal Social Network per genitori separati www.gengle.it a siti web di Coaching e Formazione dove si divulgano strategie di vita per padri; Blog, pagine Facebook e vademecum digitali raccontano e scandagliano la vita delle famiglie separate italiane.

Nuove questioni etiche e giuridiche in materia di privacy e non solo sorgono in concomitanza con l’evoluzione del fenomeno. Si pensi alle foto dei bambini sui social o all’opportunità di una narrazione, corredata da tanto di screenshot, di una discussione fatta in chat con l’ex e pubblicata in un qualche gruppo per genitori separati su Facebook.

 Come guardano gli operatori del settore a quanto sta accadendo? Cosa ne pensano dello strumento digitale Avvocati, Mediatori, Servizi Sociali, Educatori e tutti coloro che sono coinvolti a livello professionale?

 Nessuno dispone di dati precisi vista la vivacità degli eventi anche se, dall’attenzione dei media, dalle richieste d’informazione e dalle domande di coinvolgimento che arrivano corpose da ogni parte pare chiaro che qualcosa di poderoso si è messo in moto.

Contestualmente la comunità digitale avanza precise richiese di ammodernamento soprattutto, in materia di affido condiviso. Dal canto loro i Tribunali Italiani, con in testa Brindisi e Salerno, hanno in parte recepito le richieste del web dando il via a una riforma che è stata ampiamente discussa in rete.

Lo strumento digitale oggi certamente utile a sostenere battaglie di libertà secondo quali modalità viene fatto proprio quando entra nelle dinamiche famigliari? Cosa ne pensano gli esperti?  

Sono in molti a rispondere con diffidenza stigmatizzandone la valenza adducendo una non meglio precisata invasione di campo nella sfera delle relazioni interpersonali.

Mi è capitato di leggere in qualche post “che senso ha parlare coi figli tramite un app?” e ancora “due che divorziano perché mai dovrebbero parlarsi sul web visto che non lo fanno nemmeno nella realtà?”; me lo sono domandato spesso anche io!

A coloro che sono abituati a leggere un post in 30 secondi senza approfondire rivolgo un prezioso invito: non abbiate paura! addentratevi nell’idea e scoprirete che in ogni progetto digitale che si rispetti i contenuti e la soluzione ai problemi delle persone sono il vero carburante del successo.

 L’efficacia di un progetto digitale è facilmente misurabile: sono i numeri a certificare l’esistenza di una risposta concreta ai problemi delle persone; se i valori di utilità sono evidenti nell’idea e nella realizzazione della stessa non sarà difficile entrare in contatto con oltre 115.000 famiglie nel mondo così come è successo a 2houses.com

Accantonando temporanee considerazioni circa l’utilità di un app per genitori separati la domanda corretta da porsi è: quale valore ha organizzare il proprio tempo al meglio e comunicare con l’ex senza il coinvolgimento emotivo che caratterizza separazione e divorzio?

Un progetto digitale in tema di separazione e divorzio può essere di supporto agli addetti ai lavori?

Pensate solo a quante volte siete andati dal vostro Avvocato per parlare di divorzio e gli avete chiesto di intervenire attivamente nelle dinamiche di comunicazione della vostra ex coppia?

Le email che riceviamo ci dicono che sono sempre di più quelli che guardano alla nostra piattaforma come ad un serio strumento di comunicazione e organizzazione utile da inserire nella cassetta degli attrezzi del Professionista 4.0

Chi soffre, si sente solo, o semplicemente vuole mantenere un buon rapporto con l’altro genitore può oggi essere ben guidato proprio dal Suo consulente? sia esso Mediatore, Avvocato, Psicoterapeuta o Coach?

 E’ evidente come la questione generazionale si inserisca nel contesto in maniera a dir poco incisiva; i più giovani sono facilmente propensi ad approfondire mentre gli over 40 fanno più fatica.

Il governo inglese precursore della tematica ha affidato proprio al web la trattazione del tema separazione e divorzio mettendo on line il portale  www.sortingoutseparation.org.uk

Il sito, davvero ben fatto e completo, raccoglie un insieme d’informazioni utili a tutti coloro che intendono porre termine al proprio matrimonio o che siano già incappati in separazione e divorzio.

 Tutto quello che un genitore separato residente in UK deve sapere lo troverà ora on line! Il promotore del sito? la massima istituzione nazionale. Una novità anche questa non vi pare?

 Sulla piattaforma si parla di mediazione, gestione del conflitto, questioni legali, fiscali e di materia economica. Persino il tema del distacco dei nonni è trattato con grande semplicità e attenzione.

 In Italia chi è che si occupa di fare cultura e informazione? e con quale modalità? quanto lo strumento digitale può essere utile alle tante mamme e papà che si trovano a dover affrontare un evento complicato della propria vita come quello della separazione tra coniugi?

 Ora che anche le istituzioni hanno intuito l’utilità del digitale per approcciare al tema quanti ancora si ostineranno a non voler approfondire? La paura dell’ignoto e la volontà di mantenere diritti acquisiti continueranno ad opporsi allo tsunami digitale che sta modificando per sempre le nostre vite e relazioni?

 Sono molti i progetti in rete che si occupano di sociale, di aiuto alle famiglie, di supporto ai malati.

Quanti sono quelli che si occupano di relazioni in famiglia? Si parla molto di Famiglia Digitale  ma in pochi si sono accorti che la realtà è qui, ora, anche in Italia.

Un’ interessante lettura per chi è ancora poco convinto degli effetti definitivi nei rapporti in famiglia potrebbe derivare dall’approfondimento del testo “Social Family” utile per capire come affrontare i grandi cambiamenti in Famiglia !(Mario Giacomello, Rossella Dolce e Fiorenzo Pilla) .

Se viaggi hai imparato a usare Skype e WhatsApp in videochiamata per rimanere in contatto coi tuoi cari; a me capita di avere la fortuna di poter chiacchierare con mia figlia e di vederla e poterla sentire vicino anche quando non è con me.

Video, immagini, foto e un confronto costruttivo con l’ex aiutano un legame forte e vivo con i propri figli e sicuramente possono alimentare il senso di benessere generale anche in caso di separazione e divorzio.

Certo per avere accesso a questo tipo di tecnologia è necessario incontrare nell’altro genitore supporto e comunità d’intenti cosa che sappiamo bene è già venuta meno all’atto dello scioglimento della convivenza.

Ora un concetto cardine è da capire: la condivisione riguarda i figli e pertanto l’azione potrà essere supportata solo dall’assenza di rancore e di rivendicazioni reciproche di qualsiasi tipo da entrambe le parti..                             … ma questa è tutta un’altra storia

Alfonso Negri – 2houses Italia

 

 

Genitorialità Condivisa: 8 consigli per chi si separa

La genitorialità condivisa per essere sana e concretizzarsi in un affidamento condiviso reale deve essere stata ben progettata da entrambi i genitori i quali devono aver avuto modo di confrontarsi sulle problematiche reali della separazione e aver trovato il miglior accordo tra loro nell’interesse dei figli.

In particolare per andare incontro a una “rinascita” serena e evitare gravi ripercussioni sulla psiche, e a volte anche nel fisico dei nostri figli (si veda  Medicina 33 del 06.06.2017 ) gli esperti concordano circa la coesistenza di:

1 – Un buon progetto condiviso da entrambi i genitori:

Nella gran parte delle separazioni in Italia oggi si sente parlare di affidamento congiunto e spesso si è indotti a pensare che tale situazione sia il frutto di accordi non belligeranti presi con grande serenità tra ex e utili a favorire un progetto di sana bigenitorialità.

In realtà dietro a una “consensuale” sovente si nasconde la lunga trattativa fatta dai professionisti per evitare il peggio…

Stando così le cose, la capacità di pensare alla bigenitorialita viene spesso consacrata a mere esigenze pratiche atte a evitare una “giudiziale”. La successiva fase facilmente potrà essere causa di inutili sofferenze per il genitore più debole oltre che per i figli.

Ancora peggio nei casi di separazione giudiziale dove  la lite raggiunge alti livelli di aggressività e dove l’accordo finale inerente le regole da rispettare è dettato dal Giudice .

Un progetto genitoriale condiviso, la continuità psicofisica e la compresenza di entrambi i genitori sono fondamentali per tracciare la strada di una serenità futura. Il figlio deve essere in grado di sentirsi libero di dire “mi manca mamma” o “voglio chiamare papà”  e deve poterlo fare in qualsiasi momento!

a tal proposito si legga anche Comunicare senza litigare durante una separazione è possibile?

2 – la cooperazione intelligente tra ex

I genitori devono assicurarsi di essere sulla stessa lunghezza d’onda anche sul tema dell’istruzione. 

Sarebbe importante avere regole comuni o, quando queste non lo siano,  fare almeno in modo che le regole di mamma e di papà siano sempre molto chiare agli occhi dei loro figli.

Se le regole educative sono confermate da entrambi i genitori i risultati non tarderanno ad arrivare!

I genitori devono dimostrare grande intelligenza e condividere le informazioni.

Ideale ad esempio l’utilizzo di una piattaforma di gestione condivisa che permetta a entrambi di accedere a tutte le informazioni inerenti la vita  dei figli. 

Confrontatevi su scuola, incontri con gli insegnanti,  attività sportive e  amichetti ! i vostri figli vi ringrazieranno!

3 – La vicinanza geografica
La vicinanza è elemento di enorme valore per la riuscita del progetto!

Se vivete troppo lontani l’uno dall’altro sarà difficile per i vostri ragazzi seguire gli studi, frequentare i loro amichetti preferiti o semplicemente muoversi nel loro ambiente abituale. Inevitabilmente il vostro progetto di genitorialità condivisa finirà per naufragare

Fate di tutto per vivere vicini! Idealmente sarebbe perfetto lo stesso quartiere!

4 – Una stanza per i bambini

Se possibile regalate a vostro figlio la possibilità di avere di una stanza tutta sua in entrambe le case!

Se non si dispone dello spazio necessario sarà sufficiente  portare a casa i giochi che ama di più, pitturare con lui un’area di casa nella tonalità preferita o comunque ricreare assieme una zona di massimo confort.

I vostri ragazzzi torneranno sempre col sorriso a trovarvi ovunque viviate.

5 – L’attaccamento all’altro genitore

Regola fondamentale cui ogni genitore separato deve attenersi è quella di favorire gli incontri ed il rapporto con l’altro genitore.

Rispettate l’amore dei  figli per il loro padre o la loro madre anche se questi sono stati fonte di tanta sofferenza per voi…

Ne abbiamo già parlato; se ne volete sapere di più ecco il post: La bigenitorialità come funziona?

Per quanto concerne i tempi di frequentazione alcuni esperti consigliano di aspettare i 6 anni prima di intraprendere un percorso di affidamento con tempi condivisi al 50% anche se é sempre difficile generalizzare in quanto tutto dipende dal minore.

Di certo vi è che il bambino non deve essere separato dalla sua figura principale di attaccamento, padre o madre a seconda delle situazioni; se molto piccolo normalmente la figura primaria di attaccamento sarà la mamma.

6 – Flessibilità

Siate flessibili e sintonizzati sulle reali esigenze dei figli. Adattarsi alla situazione e alle loro richieste é sinonimo di grande equilibrio.

Voi siete gli adulti, non dimenticatevene mai! Al bando rigidità e rancore!

Siate disponibili a modulare il calendario in qualsiasi momento cercando con l’ex la soluzione più idonea al loro benessere.

7 – Ascoltiamoli!

Se sono abbastanza grandi da prendere le loro decisioni impariamo ad assecondarli.

Alcuni ragazzi preferiscono stare a casa di uno o dell’altro genitore con alternanza di 15 giorni; altri per un tempo minore; Intorno all’età di 9-10 anni alcuni giovanissimi hanno un maggiore bisogno della presenza paterna.

L’ascolto e il costastante confronto saranno di grande aiuto e favoriranno una crescita sana.

8 – Basta battaglie ideologiche

Avere la custodia di un figlio non dovrebbe mai essere considerato il punto di arrivo di una battaglia ideologica. Un sano affidamento congiunto prevede la compresenza di un padre e di una madre ma non è detto che tempi equipollenti corrispondeano sempre al vero interesse  dei figli!

Saranno loro a manifestarvi chiaramente la propria volontà a voi basterà ascoltare. Se necessario , fatevi da parte ...

In conclusione la genitorialità condivisa conviene a tutti e finalmente sono in molti oggi a pensarla cosi!

Sempre più mamme e papà sono oggi disposti a mettersi in gioco realmente tralasciando per quanto possibile  le discussioni e ponendo al centro il reale interesse dei figli di avere un padre e una madre presenti.

Comunicare senza litigare durante una separazione è possibile?

Ci stiamo separando. Il dialogo non esiste più. Abbiamo bisogno di un aiuto. Come comunicare e entrare in contatto con l’altro senza litigare? Come abbassare il tono del conflitto?
Come trovare accordi duraturi e condivisi?

Queste sono alcune delle domande che affliggono i genitori in procinto di separarsi. Infatti proprio quando comunicare diventa necessario, quando diventa fondamentale per gestire al meglio i cambiamenti, i genitori faticano a trovare una comunicazione appena sufficiente.

Perché se quando si sta insieme ci si divide senza regole e senza troppi problemi per svolgere il naturale compito di “gestire” i figli, quando invece si è separati occorre pianificare esattamente i ruoli e i compiti.

Quando una coppia decide di separarsi nella stragrande maggioranza dei casi azzera la comunicazione: scatta il rancore, la voglia di prevaricare sull’altro, che viene spesso visto come nemico.

L’unica gratificazione sembra quella di essere il “vero” vincitore rispetto all’altro, utilizzando e/o strumentalizzando nei casi più disperati i figli, dimenticando così il ruolo genitoriale.

La Mediazione Familiare in questo può essere una valida scelta.

Un percorso di Mediazione Familiare (8/10 incontri di un’ora) aiuta infatti a risolvere situazioni complesse; a confrontare i diversi punti di vista per cercare una soluzione alternativa al conflitto; accompagna la coppia nella delicata fase della separazione, tenendo conto dei propri bisogni ma soprattutto dei bisogni dei figli.

Chi è in procinto di separarsi ha bisogno di fare chiarezza, di essere ascoltato, di dar voce al proprio dolore, di esprimere la rabbia, le paure, i desideri e le proprie aspettative.

C’è bisogno di capire che cosa accadrà dopo e come comportarsi con i bambini.

La Mediazione Familiare dunque, è un percorso d’aiuto alla famiglia prima, durante e dopo la separazione.

Con l’aiuto del Mediatore Familiare i genitori lavorano per ristabilire la comunicazione, in un contesto strutturato e protetto, al fine di fronteggiare al meglio le riorganizzazioni rese necessarie dalla separazione, raggiungendo accordi duraturi su tutte le decisioni importanti, che riguardano non solo la relazione genitoriale, ma anche aspetti più prettamente materiali ed economici.

I temi trattati sono in linea orientativa: l’affidamento e l’educazione dei figli, i tempi e le modalità di frequentazione con l’altro genitore e con i nonni, la gestione del tempo libero, l’assegnazione della casa coniugale, l’assegno di mantenimento e la divisione dei beni.

Il Mediatore Familiare è un professionista che svolge un ruolo neutro in un contesto altrettanto neutro; invita i coniugi alla collaborazione ed offre loro un luogo e uno spazio in cui possono esprimere, attraverso il dialogo, i loro bisogni e le loro aspettative. I genitori prendendo così coscienza dell’importanza del coinvolgimento di entrambi come rispetto al benessere dei figli.

Nell’ottica di favorire la “buona comunicazione” sono molti attualmente gli strumenti digitali disponibili on line e utili allo scopo di supportare una Mediazione Famigliare.

In particolare un calendario condiviso, un social network famigliare a e una banca dati sempre attiva e disponibile 24 ore su 24 possono essere di estremo aiuto ad una comunicazione “mirata”. Oggi tali strumenti sono rinvenibili egevolmente nella piattaforma di 2houses.com. Il sistema tra l’altro, con l’autorizzazione di entrambi i genitori, permette al mediatore di analizzare le dinamiche di rapporto che intercorrono tra gli ex coniugi nella gestione dei figli e nell’organizzazione delle attività quotidiane offrendo così al professionista la possibilità di proporre delle soluzioni a eventuali incomprensioni o conflitti.

Quando iniziare un percorso di Mediazione?
E’ possibile intraprendere un percorso di Mediazione Familiare in qualsiasi momento. Chi lo fa subito, ancor prima di aver comunicato la decisione ai figli e chi invece arriva in mediazione dopo anni dal divorzio, semplicemente perché gli accordi imposti dai giudici faticano ad essere mantenuti.

La Mediazione Familiare non è terapia di coppia, si lavora invece, sulla comunicazione e sui bisogni di tutti i componenti della famiglia. anche per questo lo strumento di comunicazione “neutrale” e digitale offerto da 2houses.com si presenta come qualcosa di innovativo e utile alla valorizzazione della bigenitorialità.

Dopo tutto, due persone, soprattutto se hanno dei figli e/o interessi comuni, dovranno rimanere comunque legati, importante quindi mantenere rapporti pacifici e collaborativi per una vita più serena!

Dott.ssa Silvia Erbacci
FB: La Stanza delle Parole
Mediatrice Familiare AIMEF

Bigenitorialità: questa sconosciuta! pensieri di una mamma

Mi ricordo quando mi hanno chiesto cosa pensassi della bigenitorialità, la prima volta. Mi ricordo che ho alzato un sopracciglio, stupita, anche un po annoiata.

Non sapevo si chiamasse così la possibilità di amare, seguire attivamente e nel modo piu efficace e presente possibile la vita dei figli da entrambe le figure genitoriali.

Per me è una cosa ovvia, auspicabile e doverosa.

Per tutti…per i figli, in primis.

Per garantirgli la possibilita’ di godere e “subire” i genitori per il maggior tempo possibile. Perché, anche se tendiamo a non ricordarcelo abbiamo una grande responsabilità nell’educare quelli che saranno gli “uomini e le donne” di domani.

Quindi sorridevo, pensando che fosse una precisazione ovvia.

Mi sono dovuta ricredere.

Non è cosi ovvia.

Come tutte le cose che dovrebbero essere “ovvie” sono spesso oggetto di strumentalizzazione e oggetto di ripicca e di rivalsa nei confronti dell’altra parte.

Ci sono padri e madri che cercano di annientare l’altra figura genitoriale, chiedendo affidi esclusivi, impedendo le visite , scappando in altre città, solo per una propria rivalsa personale, perché pieni di livore e di frustazione.

I perché possono essere tanti: perché di quella persona si vuole il male, perché ci ha ferito, tradito , umiliato.

Perché si è rifatta una vita e questo invece a noi manca.

Perché ci scoccia da morire dare dei soldi a chi si reputa immeritevole di ricevere una parte di ciò che si guadagna a fatica.

Perché bisogna abbandonare l’idea che i soldi li tenga l’ex, ci faccia le crociere o si compri le borserte firmate …in realtà quei soldi servono per permettere ai figli una vita più dignitosa.

E allora da donna, da madre, mi sento di dire questo: non confondiamo quella che è la bigenitorialita, il diritto e il dovere di crescere i figli con amorevole presenza, coinvolgendoli nella nostra vita e sentendoci partecipi nella loro, con altro.

I figli non saranno felici se li strappi dal loro contesto dal quali sono sereni e accuditi per qualche centinaio di euro o per ripicca, per comodità o per frustazione.

Loro pagheranno per tutto questo; soprattutto quelli piu fragili, quelli a cui non vengono date risposte.

Anche perché non sempre si può.

Ma tutto questo non lo dico solo a voi…lo dico anche a me.

Per me che sarebbe troppo facile parlare male di un padre volutamente assente ma pieno di pretese; dal giudizio e dall’offesa facile consguenze di chiara frustazione.

Sarebbe troppo facile pensare che la bigenitorialita sia una gran buffonata, che poi chi si “smazza” i pargoli sono sempre gli stessi, che è un gran bel dire, ma che la realtà è ben altra cosa.

Troppo facile …ma non lo farò.

No, perché questo mi spinge a crederci ancora di più.

Cercate, cari papà, di essere quello che fanno la differenza.

Quelli che sanno che essere presenti nella quotidianità di un figlio; preoccupatevi di come si veste, se studia, accompagnatelo nelle attività sportive, alle feste di compleanno.

Bigenitorialità vuol anche dire svegliarsi di notte se fa la pipi’ a letto o se vomita, sorbirsi per una decina di volte  ( almeno) sempre lo stesso cartone animato che a lui/lei piace.

Non giudicate noi mamme se manifestiamo, anche noi, il desiderio di ritagliarci degli spazi, per vivere una vita sociale degna di essere vissuta

Non è semplice essere “ mamma a tempo pieno” da sole; non è sempre quella “ benedizione” che tutti ti professano e che tu vorresti scongiurare.

Bisogna capire che i figli vogliono presenze, anche se a volte le cacciano, che li indirizzino, che li ascoltino e non li giudichino.

E come si fa se non si perde occasione per criticare l’altro ed esporlo alla pubblica gogna?

Cercate di capire se è felice, se ha fiducia in se stesso e se si stima, cercate di esserci sempre!

Perché la loro serenità è il nostro risultato migliore e non è detto che non si possa raggiungere assieme, ognuno nell’assunzione delle proprie responsabilità e dei propri diritti.

I vostri figli vi ringraziernanno….

Partnership: chi sostiene la bigenitorialità in Italia ?

 2houses.com a sostegno della bigenitorialità.
Il nostro progetto si rivolge principalmente a tutti i genitori separati ed alle loro famiglie e si alimenta delle preziose energie dei Professionisti ecco perchè ci piace comunicare le loro attività con l’hashtag #2housespro

Dall’ingresso in Italia della nostra piattaforma sono stati tantissimi coloro che hanno creduto nel progetto e che si sono appassionati alla nostra idea.

La rete dei professionisti che aderisce al nostro CODICE ETICO è in continua crescita

Avvocati, Esperti di Relazioni Famigliari, Psicologi, Psicoterapeuti e Mediatori oltre che Associazioni, Siti web e  tantissimi estimonial hanno già capito l’importanza di una “comunicazione fluida e STRESS FREE tra EX” per lo sviluppo equilibrato del benessere dei figli. T

utti coloro che approcciano al mondo della separazione e divorzio e accettano il nostro CODICE ETICO sono i benvenuti a bordo! Abbiamo ancora alcune aree scoperte ma presto la piattaforma dedicata ai professionisti sarà attiva e visbile on line a questo link: https://www.2houses.com/en/pro-area/

La nostra mission è quella di offrire tramite i Professionisti che ci vorranno supportare vicinanza concreta al mondo della bigenitorialità, della rinascita e perchè no anche al digitale.

Stiamo costruendo la nostra particolare rete che pone al centro sensibilità e attenzione nei confronti delle famiglie separate e dei loro figli. Risposte veloci, supporto, soluzioni pratiche e concrete con un occhio sempre attento all’innovazione. Grazie al grande supporto di Famtech Institute

I NOSTRI PARTNERS :

AVV. FRANCESCA ZADNIK
Leggi il suo CV a questo link
Coordinatore Nazionale 2houses.com
Referente Liguria
Cell. 329 291 9274
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Tel. 02-36592997 – Fax 02-36596062
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www.studiolegalelisbona.com

AVV. FEDERICO BERNARDI
Referente Piemonte
Via Goffredo Casalis, 52, – Torino
Tel 0117428023
Fax 0117576653
studiolegalebernardi@libero.it

AVV. MAURIZIO CARDONA
Via Alfieri, 19 – 10121 Torino – Italia
Tel. +39 011 547117
Fax. +39 011 4406798
segreteria@studiocardona.eu
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AVV. RAFFAELLA GARIMANNO
Via Brofferio, 1 – 10121 Torino
Tel. +39 011 5612688
Fax +39 011 543390
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CRCLEX- Studio Legale Cracco Rossi-Chauvenet
Referente Veneto
Milano (MI), Piazza del Duomo, 20 – Tel. +39 02 72 22 20
Padova (PD), Corso del Popolo, n.1 – Tel +39 049 87589551
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Cell. 327 4775519

 

PISCOLOGIABENESSERE
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Dott.ssa Sarah Pederboni
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Tel.3914386860
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Aosta (Ao)
Tel.3423187060
robertelli.psi@gmail.com
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DOTT.SSA ANNABELL SARPATO
Psicologia per bambini felici
riceve su appuntamento presso il Centro di Psicoterapia Psicodinamica Eric Berne
Gravellona Toce, in via Vittorio Emanuele 3 (VB).
Telefono: 347 7142893
sarpato.annabell@tiscali.it
https://annabellsarpato.com/

2houses è socio fondatore di FamTech Institute: https://famtech.it/


Il FamTech Institute
è un’organizzazione nazionale senza fini di lucro, indipendente e autonoma che si compone di Professionisti, Imprenditori e startupper e nasce per individuare e promuovere soluzioni tecnologiche innovative utili alla valorizzazione delle relazioni familiari e di genere, favorendo l’incontro tra i professionisti a supporto delle problematiche familiari e le principali società digitali al mondo.

FamTech come “Family Technology”: la tecnologia applicata alla Famiglia
nasce per individuare e promuovere soluzioni tecnologiche innovative utili alla valorizzazione delle relazioni in Famiglia.

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Festa del Papà? con Periferie al Centro lo è davvero!

Mi è capitato recentemente di partecipare a Milano a una serata del progetto Papà al Centro, in occasione di un incontro con Alessandro Curti, autore del libro Padri Imperfetti e del romanzo Mai più sole e di prendere preziosi spunti per festeggiare con voi la festa del papà.

L’evento tenutosi presso lo spazio associativo di Periferie al Centro mi ha permesso di fare assieme ai tanti genitori convenuti  una serie di importanti e preziose riflessioni circa il ruolo del padre nella odierna società Italiana.

E’ stato molto bello sentire la voce dei papà, delle tante mamme e di alcuni nonni presenti. Davvero interessante constatare di persona come lentamente ed inesorabilmente la figura paterna si sia evoluta nel corso degli anni.

Papà al Centro mi ha fatto capire che il nuovo status di papà è una realtà e per questo motivo ho deciso di raccontare sul blog le impressioni raccolte.

La serata traendo spunto dai due libri di Curti ha orientato poi la propria attenzione verso un confronto “al maschile” dove i temi della genitorialità sono stati affrontati cercando di descrivere il nuovo modello di papà di cui sempre più spesso si sente parlare.

Le molte mamme presenti, sensibili alla tematica, hanno supportato il ragionamento e, partendo dall’assunto che l’arrivo di un figlio anche per un padre rappresenta un punto di straordinaria emotività, si è provato tutti assieme a dare una descrizione di questi nuovi papà dei Millenials

Un Mammo? un Superpapà? un Uomo Nuovo? molte le considerazioni che mi hanno toccato nell’intimo ma di certo c’è che la figura paterna sta vivendo una profonda trasformazione.

Un salto epocale dove i vecchi modelli non funzionano più e dove le antiche regole appaiano vetuste e insignificanti agli occhi dei nostri figli i quali ci aiutano ogni giorno a riscriverle soverchiando gli schemi precostituiti.

Assieme, uomini, donne, nonni e nonne abbiamo analizzato la nuova figura genitoriale giungendo alla conclusione che si è passati dal modello autoritario, tipico della cultura degli anni 50 al modello “autorevole” dove però il maschio fa fatica a trovare la giusta collocazione, a comprendersi e soprattutto a condividere le proprie emozioni.

Confusi dai media, dalle pressioni di un mondo del lavoro sempre più competitivo e agguerrito, da richieste di performance altissime in qualsiasi settore della propria vita i papà corrono il rischio di non riconoscersi più essendo disorientati e spesso senza alcun punto di riferimenato a sostenerli.

Da qui la grande novità: un posto dove i padri si incontrano e parlano di paternità! Un luogo fisico dove gli uomini possono parlare fra loro dell’essere padre, raccontare dei propri figli e perché no anche delle loro emozioni.Le madri sin dall’alba dei tempi sono state detentrici di questa prerogativa che oggi, anche grazie all’esperimento milanese, diventa accessibile anche a noi papà.

Dal canto loro le mamme si sono fatte sentire durante l’intero arco della serata. Il loro contributo è stato fondamentale per capire se il papà del duemila piace anche a loro e devo dire che hanno dimostrato di apprezzare molto a patto che “il nuovo”  non si proponga come la brutta copia della mamma o peggio ancora come un mammo.

La scoperta? Sono tanti i papà a cui piace sentirsi tali nella nuova accezione: sensibili, attenti e premurosi ma soprattutto dotati di grande empatia nei confronti dei propri figli.

Sempre più spesso i nuovi papà si raccontano: precursore fu Silvio Petta che grazie a Facebook e alla sua community di oltre 290.000 fan diede vita a Superpapà  la più grande community di papà in Italia che nasce nel 2010 con l’intento dichiarato di rivalutare la figura del Padre, parlare di paternità in rete come non si era mai fatto prima”.

Subito dopo il mondo dei bloggers si apriva al nuovo “movimento”: ecco che vediamo nascere in rete personaggi dal carisma unico come Federico Vercellino che scrive di Padri su Alley Oop – ilSole24ORE o figure poliedriche e istintive come Sharing daddy alias Francesco Facchini fondatore di “Italian Mojo”

Concludo con alcune considerazioni per noi Padri separati: a causa della nostra “assenza”, intesa in senso fisico, a volte può capitare di sentirci ancora più soli, disorientati e senza la possibilità di parlare né di condividere le proprie emozioni.

Come possiamo fare per supportare la nostra figura genitoriale cercando di offrire il massimo ai nostri figli nonostante l’ipossibilità di vivere la quotidianità? La mia personale risposta è molto semplice: presenziare e partecipare in maniera attiva, empatica e continuativa cercando di offrire il massimo della vicinanza emotiva.

Su di noi papà separati grava il rischio di cadere nella “controfigura” del padre da week end e da questa occorre tenersi alla larga! Un papà giocherellone che non si occupa di educare ma solo di essere divertente e accomodante non può supplire in maniera idonea alla crescita psicofisica della prole.

I Padri, tutti i papà, siano essi separati o meno hanno bisogno di imparare a guardare il mondo con gli occhi dei figli e di focalizzzre la propria attenzione sul proprio ruolo contenitivo.

Pare evidente che i valori da trasmettere per noi padri separati siano gli stessi degli altri papà.

Il mondo sta cambiando e così anche la pronunce della Giurisprudenza Italiana sempre più propense a valorizzare la figura paterna quando questa dimostri la propria adeguatezza e volontà di esserci e come padre e come educatore.Con sempre maggiore impatto la figura del papà viene costantemente riconosciuta e apprezzata quindi spetta a noi ora il diritto dovere di dimostrare di essere all’altezza.

Un augurio a tutti i Papà e che sia un 19 Marzo pieno di affetto e allegria !

                                                                                                                                            alfonso@2houses.com

 

San Valentino: ricorrenza per genitori single?

San Valentino è da sempre una ricorrenza piuttosto discussa.

A molti piace, chi la odia e chi proprio non vuole sentirne parlare annoverandola fra le innumerevoli date corteggiate dai pubblicitari per farci spendere un po’di soldi. Non tutti sanno però che l’originale festività prende il nome dal santo cristiano Valentino da Terni e venne istituita nel 496 dal Papa Gelasio I.

Oggi la ricorrenza è piuttosto diffusa ma, se siamo genitori separati o divorziati, sentendo parlare di San Valentino quasi certamente un ghigno di disapprovazione potrebbe far capolino sul nostro viso già contratto dalle vicissitudini quotidiane.

Nonostante il sapore vagamente adolescenziale della “festa” forse San Valentino merita alcune considerazioni viste le molteplici sfaccettature che un nuovo amore può rappresentare per noi Genitori sinGle (da qui l’interessante social Gengle.it).

Ricominciare ad amare dopo l’esperienza della separazione e dopo aver testato in prima persona il “fallimento” rappresenta spesso il punto di arrivo di un percorso interiore di crescita.

Per amare nuovamente abbiamo dovuto volerci molto bene. Dopo un primo momento di ricostruzione la nostra autostima lentamente è tornata a crescere e così pian piano la sofferenza e la delusione hanno lasciato spazio a nuove positive emozioni e siamo così riusciti a fatica a predisporre la nostra attenzione nei confronti dell’Amore, sì appunto con la A maiuscola!

Se poi durante il percorso di cambiamento abbiamo avuto la fortuna di incontrare una persona che ci ha fatto battere forte il cuore possiamo ora finalmente festeggiare!

L’esperienza non è stata fra le più semplici in quanto oltre ai nostri sentimenti sono entrati in campo desideri e aspettative delle persone a cui noi teniamo maggiormente, i nostri figli.

Per arrivare sino a qui abbiamo dovuto passare momenti estremamente delicati preoccupati com’eravamo di evitare intromissioni nella vita della nostra prole da parte di soggetti esterni e di gestire al meglio il rapporto con l’ex. (chi fosse interessato ad un approfondimento vi consigliamo la lettura della nostra guida gratuita)

Se la nostra nuova relazione si è consolidata, e abbiamo fatto le cose per bene, rispettando i tempi dei figli, forse siamo riusciti a condividere la notizia con una frase del tipo: “come sai mamma e papà non stanno più assieme e mi piacerebbe ora presentarti il mio nuovo fidanzato/a; mi piacerebbe che lo/a conoscessi”.

Nell’ufficializzare la notizia in cuor nostro abbiamo cercato il loro consenso e spesso siamo andati incontro a qualche difficoltà.

A livello razionale i nostri figli sono felici di leggere nuova energia e nuova felicità nei nostri occhi ma a livello inconscio l’arrivo di un nuovo amore solleva alcune problematiche legate all’accettazione che non tarderanno a palesarsi.

Cosa fare a questo punto? Non comunicare l’esistenza di un nuovo compagno/a? Non avere nuove storie? Chiudersi in casa e scordarsi di avere una vita piena e degna di essere vissuta? Decisamente no!

Nel nostro percorso di crescita abbiamo imparato che gli adulti siamo noi e che le nostre azioni impattano sulla vita dell’intera famiglia sia essa monogenitoriale oppure tradizionale.

Il nostro nuovo compagno/a se dotato di una buona dose di intelligenza, equilibrio e empatia oltre che essere in grado di amare in modo sano sarà certamente capace di farsi accettare e i figli non ci metteranno molto a capire che la serenità di mamma o papà vanno di pari passo l’apertura ad una nuova vita piena di stimoli ed affetti offerti ora da due case al posto di una.

Amore, allegria e un approccio positivo alla vita sono emozioni che meritano di essere cercate e vissute fino in fondo anche se non sarà semplice gestire la novità di un nuovo rapporto in perfetta armonia con tutti.

La Patchwork Families è una realtà in continua crescita che va di pari passo con l’aumento tristemente certificato di divorzi e separazioni (a tal proposito il portale smallfamilies.it offre davvero ottimi spunti).

Ancora oggi potresti non sentirti del tutto sicuro/a nel coinvolgere altri nella tua vita privata ma impostando il rapporto su solide basi di equilibrio, e comprensione delle esigenze altrui senza avere fretta la nuova famiglia allargata potrebbe rappresentare per te un’importante alternativa alla chiusura.

In conclusione un nuovo amore merita di essere accolto, apprezzato e perché no anche festeggiato!

Nella giornata di San Valentino separato, divorziato o reduce dalla delusione di una storia finita trova del tempo per coltivare il tuo Amore perché ogni bella avventura che la vita ti riserva merita di essere vissuta fino in fondo.

San Valentino è una ricorrenza dalle spiccate connotazioni commerciali è vero! ma non per questo anche noi, genitori separati o divorziati, dobbiamo sottrarci dal festeggiare il Sorriso e la Rinascita.

Lettera al papà di mio figlio: genitori separati si raccontano

È successo chissà quante volte ma ho deciso di raccontartelo ora….era venerdì, si venerdì pomeriggio , e stavo accompagnando nostro figlio da suo nonno, in attesa che tu arrivassi , nuovacompagna e nuovafiglia munito.

Era felicissimo di vederti. L’idea di passare qualche giorno in compagnia di questo padre giocherellone e “leggero”lo entusiasma, lo galvanizza ogni volta.

Lo osservavo dallo specchietto retrovisore e sai che cosa vedevo? Vedevo un bimbo bellissimo, molto solare e allegro. Un bimbo che è nato con qualche “difficoltà ‘ ma che io considero la gioia della mia vita e la cosa bella della mia esistenza

Un bimbo con una grande gioia nel cuore, che è quella che prova ogni volta che vede te e tuo padre.

Pensavo , proprio in quell’occasione, a quanto ho faticato per arrivare a questo risultato: un bimbo sereno con entrambi i genitori nonostante i numerosi problemi.

D’altronde mettiamoci anche nei suoi panni: in due anni ha visto i genitori prendere strade separate, suo padre è andato ad abitare in un’altra regione,lo vede ogni 15 giorni ( ma tu sai che per me potresti vederlo tutti i giorni e grazie a 2houses riusciamo comunque a condividere tutto!); ha nuova compagna e una nuova figlia….le emozioni sicuramente non gli saranno mancate.

Ma io osservandolo di straforo, immagini rubate, vedo un bambino a cui interessa poco chi si accoppia con chi ma che chiede solo di essere amato. Amato nonostante le sue “difficoltà “.E allora mi dico che sono stata proprio brava….mai una parola contro di te o la tua nuova famiglia, massima condivisione su tutto, sia sulle cose positive che quelle negative.

Certo, mi piacerebbe ogni tanto mi fosse riconosciuto che la gestione di un bambino per il 90 per cento del tempo è faticosa , che ti vorrei piu presente nelle situazioni di tutti i giorni, che desiderassi passare più tempo con tuo figlio. Questo sia per il bene di Lorenzo sia per me, non mi dispiacerebbe avere qualche ora “d’aria”.

A parte questo, direi che stiamo facendo un buon lavoro, sostenendo sempre la figura dell’altro genitore ed evitando qualsiasi tipo di scontro o critica davanti al bambino.

Riteniamoci, quindi, soddisfatti del nostro operato….abbiamo tra le mani un bambino meraviglioso, certo con alcuni limiti ma con grandi doti….e soprattutto sereno e pronto a vivere nel mondo con entusiasmo, aperto alla vita e alle esperienze.

E mentre lo guardavo nello spe cchietto retrovisore pensavo” siamo una bella squadra”!

E niente, volevo dirti questo.
La mamma di tuo figlio.

Rassegna Stampa

Dal 4 Gennaio 2016 ad oggi in molti hanno parlato di 2houses.com

di seguito ultimi link che parlano dell’evento “Genitori Single in Crociera” (29 Marzo 2018 – 2 Aprile)

 

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